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Racconto di un’esperienza missionaria in Madagascar

madagascar.tnmadagascar.tnSiamo state un mese a Mahajanga, un periodo ridotto rispetto a tutta la ricchezza che abbiamo portato a casa. Una ricchezza umana, che ci è stata data da tutte le persone incontrate!

Quando torni a casa dopo un viaggio come questo devi cercare di riordinare i pensieri e le emozioni.. E questa è la parte più difficile!

Siamo state un mese a Mahajanga, un periodo ridotto rispetto a tutta la ricchezza che abbiamo portato a casa. Una ricchezza umana, che ci è stata data da tutte le persone incontrate: dai bambini, agli animatori, ai salesiani e qualsiasi persona che incontravamo per strada… Una ricchezza fondata su sorrisi, abbracci sinceri, poche parole e molti sguardi.

L’idea che ognuno di noi ha su quello che può essere l’Africa, o meglio, nel nostro caso il Madagascar, su quello che possono essere la povertà materiale e la ricchezza morale di questa terra, non si avvicinerà mai nemmeno minimamente alla realtà… E lo diciamo con sicurezza, perché l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Tutte noi ci aspettavamo qualcosa da questa esperienza di animazione missionaria, tutte noi avevamo un’idea di quello che avremmo potuto trovare e tutte noi siamo state travolte dallo stupore in quanto niente è stato come immaginavamo.

“Amore” è stata la parola più ricorrente durante questo viaggio: amore dato, ma soprattutto amore ricevuto, senza freni, senza limiti. Eravamo “stordite” da tutto quell’amore. La vicinanza, l’affetto, gli abbracci, le carezze… Era ciò di cui i bambini avevano più bisogno ed è stato ciò che noi abbiamo dato illimitatamente! E loro cercandoti, mettendosi in fila per ricevere un tuo bacio prima di andare a casa, saltandoti in braccio, sorridendoti immensamente… ci hanno dato il loro amore!

È stato molto utile per noi stare dall’altra parte e capire realmente quali difficoltà si incontrano: non capire la lingua, essere le uniche diverse fisicamente e anche in alcuni aspetti dei modi di vivere, abbiamo iniziato a comprendere cosa significa povertà.

Questo viaggio ci ha segnate in ogni aspetto, in positivo, ed è stato per noi un aiuto in quanto ognuna di noi durante questo mese ha riflettuto molto sul proprio futuro ed ha capito che direzione prendere nella sua vita.

Essere a casa oggi, non è facile… Non è facile alzarsi la mattina e rendersi conto che la tua giornata ha ritmi diversi e che i volti di quelle persone e di quei bambini non li puoi vedere… Tutte noi abbiamo lasciato il cuore a Mahajanga e speriamo un giorno, il prima possibile, di tornare a recuperarlo! di Camilla Voltarel

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