Inizia su Papaboys.org la pubblicazione settimanale di un’intervista realizzata dalla scrittrice Rita Sberna per “Radio Amore”, emittente radiofonica della Sicilia all’interno della trasmissione “Testimonianze di Fede”. In questa prima puntata l’intervista a Don Mario Pieracci, sacerdote della Diocesi di Roma.
Don Mario Pieracci è sacerdote a Roma presso la Chiesa Oratorio dell’Angelo Custode. E’ collaboratore Rai, spesso ospite di programmi televisivi come ( La vita in diretta e Domenica In). Viene richiesto con frequenza il suo intervento e pensiero da uomo di chiesa per le tematiche di cronaca attuali e per ciò che riguarda il sociale. E’ stato direttore di Radio Fraternità; Fondatore e direttore di Rete Blu- Radio Televisione; Ideatore e conduttore del programma Tv “Cristianità” presso Rai International. Molti di voi hanno avuto il piacere di conoscerlo personalmente in occasione della presentazione del mio primo libro “Medjugorje l’amore di Maria”.
Rita: Don Mario, durante la sua esperienza sacerdotale ha mai avuto difficoltà nel parlare della vita eterna con i cristiani, alcuni dei quali, non credono a ciò?
Don Mario: La mia esperienza sacerdotale di 35 anni di sacerdozio mi porta proprio a dire che non c’è difficoltà a parlare della vita eterna, si parla proprio di Dio ed è Lui la nostra vita eterna. Parlare di Dio, vuol dire parlare di ciò che è eterno. Il nostro essere vivi è proprio grazie a Lui che è eternità e grazie al dono che Lui ci ha fatto. Ci ha donato Gesù Cristo che ci porta alla vita eterna. La vita è amare Dio e godere di Dio. L’universo enorme per come è, si dimostra essere limitato e piccolo invece, all’eternità che è di Dio.
Rita: Lei come spiegherebbe il mistero della “Morte” in termini cristiani?
Don Mario: La morte è semplicemente un passaggio, un cambiamento. Il cambiamento è indispensabile per noi cristiani. La vita non è questa! Questa è la vita della prova, dei doni che Dio ci dà che sono una ricchezza enorme. Il dono della vita, il dono dell’anima e tanti doni che ognuno ha: i talenti e i doni dei sentimenti. Perché è attraverso i sentimenti che possiamo capire l’amore di Dio. La vera vita è quella con Dio. Noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio nell’anima, e quest’anima con il corpo, merita la partecipazione al mistero di Dio eternità. Questa è vita è un passaggio!
Rita: Lei è stato mai a Medjugorje?
Don Mario: Sono stato 27 volte a Medjugorje. Ci sono stato nei primissimi momenti, del primo anno di apparizioni. Quando ero parroco a Roviano, avevo fatto un gemellaggio con una parrocchia di Spalato. Un giorno andando a Spalato andammo con il pullman anche a Medjugorje. Ricordo la povertà, la Chiesa, i campi coltivati, la povera gente, i veggenti che ho conosciuto bambini.
Ho assistito alle varie apparizioni, sia quando avvenivano nella Cappella del Santissimo, o nella canonica o in chiesa. Ho conosciuto Padre Jozo che è un dono di Dio.
Rita: Cosa pensa di queste apparizioni che durano da tantissimi anni, durante le quali, la Mamma Celeste ci esorta alla vita eterna?
Don Mario: Io ho visto dei cambiamenti. Una storia di trent’anni cambia la sua realtà. A quel tempo noi non avevamo niente quando andavamo a Medjugorje, portavamo le tende e le mettevamo nel parco. Si trovava qualcosa a Citluk, quindi era un grande problema. Ed’ è giusto che oggi ci siano case e alberghi. E’ anche bello vedere come la gente sia rimasta fedele, come vanno con semplicità a messa, preparano cibi anche locali, della loro terra. Sono rimasti un po’ contadini. La mia esperienza di sacerdote mi fa dire che, Medjugorje è il grande confessionale del mondo.
Io quando comincio, non finisco mai di confessare. Non si riesce mai a chiudere la confessione perché è un continuo, un fiume. Anche chi è fedelissimo e va tutti i giorni a messa, si accorge a Medjugorje di non aver capito niente. A Medjugorje c’è qualcosa di grande, che tocca il cuore, tocca la mente e fa cambiare la vita. Quando io portavo i ragazzi di Roviano tanti anni fa a Medjugorje, tornando nel paese, formavano gruppi di preghiera e del rosario. Si ritrovavano nelle loro case a dire il Santo Rosario.
A Medjugorje c’è un mistero, un grande mistero che noi non riusciamo ancora a comprenderne la pienezza, proprio perché la Madonna appare tutti i giorni a diverse persone, proprio come se fosse una cosa non reale, non vero. Ma l’albero dice Gesù nel vangelo, lo riconoscerete dai frutti. Quindi l’albero di Medjugorje ad oggi, porta solo frutti di grandi conversioni e di grandi Santità.
Rita: Ha un messaggio particolare da lanciare in questa occasione?
Don Mario: Gesù desidera da noi una sola cosa: che lo amiamo. Lui ci ama di un amore immenso e talmente grande, talmente infinito e chiede a noi una sola cosa: che devi amarlo, devi amarlo in forma massima. Ci chiede di essere Santi. Santi nella pienezza della parola, Santi, nella bontà, nel sorriso, nell’entusiasmo, nella voglia di vivere, nella voglia di esistere. Nella voglia di essere padri e madri di famiglia, nella voglia di perdonare, nella voglia di creare un mondo migliore, nella voglia di essere positivi in tutti i sensi. Questo è quello che Gesù desidera. Che noi viviamo questa vita benissimo, profondamente, c’è la godiamo e c’è la gustiamo, per così meritarci il paradiso.
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