Sono passati 500 giorni da quando gli uomini di Boko Haram hanno rapito più di 200 studentesse a Chibok, nel Nord della Nigeria. Le loro famiglie sperano ancora disperatamente che vengano liberate, anche se, dopo oltre un anno, di loro non ci sono tracce.
“Le ragazze di Chibok”, questo è il nome con cui sono conosciute in tutto il mondo, sono state portate via dal dormitorio della loro scuola, nella città nello Stato di Borno, la notte tra il 14 e il 15 aprile e domani saranno passati esattamente 500 giorni dal rapimento. Nel frattempo, oltre alle ricerche dei militari nel Paese, in tutto il mondo sono state lanciate campagne per la loro liberazione.
Manasse Allen è uno dei parenti di alcune delle ragazze. Due sue nipoti fanno parte del gruppo sequestrato dai jihadisti: “È davvero un’esperienza molto dolorosa. È un trauma”, racconta davanti alla fontana dell’Unità, ad Abuja, dove ogni settimana si incontrano i membri della campagna Bring Back Our Girls (Bbog, “Ridateci le nostre ragazze”), lanciata a livello internazionale dopo il sequestro delle giovani.
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