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Raid in Siria, colpite raffinerie dell’Isis

Raid_USA-in-Siria_TNLo shock per l’uccisione dell’ostaggio francese in Algeria da parte di un gruppo terroristico affiliato all’Isis sembra aver rafforzato la determinazione dei Paesi europei a contribuire alla lotta contro il Califfato.

Nella terza tornata di bombardamenti, tra ieri sera e quest notte, i raid aerei della coalizione internazionale hanno colpito i pozzi petroliferi siriani, i cui proventi sono usati dal gruppo terroristico per finanziarsi. Nessuna conferma ufficiale, ma secondo alcuni network di informazione americani i bombardamenti potrebbero essere avvenuti vicino a Markada, a nordest della Siria. Non è confermata nemmeno la notizia dell’uccisione del leader di Khorasan, il gruppo terroristico collegato ad al Qaeda.

La Francia ha reagito con grande fermezza al brutale assassinio del turista Hervé Gourdel, documentato, come è già accaduto in passato, da un orribile video girato dagli jihadisti. Aerei da combattimento francesi hanno sorvolato questa mattina l’Iraq in vista di un possibile nuovo raid contro l’Isis. Parigi partecipa da una settimana all’azione Usa contro i jihadisti in Iraq, ma ufficialmente ha compiuto sinora un solo raid venerdì scorso.

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Anche in Gran Bretagna lo sdegno per la barbara decapitazione è stato unanime. Il premier David Cameron è convinto che la Gran Bretagna debba unirsi ai raid contro lo Stato Islamico in Iraq e ha convocato il Parlamento per venerdì decidere il via libera. “È giusto che la Gran Bretagna passi a una nuova fase d’azione”, ha detto il premier ieri dinanzi all’Assemblea generale dell’Onu, al Palazzo di Vetro. L’operazione ha il sostegno dei tre maggiori partiti britannici
e dovrebbe passare senza difficoltà.

A poche ore dall’avvio del dibattito parlamentare a Westminster, nove persone state arrestate a Londra con l’accusa di terrorismo. Secondo la Bbc, la polizia al momento sta procedendo con le perquisizioni in diciotto proprietà sparse fra la capitale e Stoke-on-Trent. I nove, di età compresa fra i 22 e i 47 anni, secondo Scotland Yard non costituivano una “minaccia immediata” ma sono comunque stati arrestati in seguito a lunghe indagini sul terrorismo islamico. Ad arrestarli è stato proprio un commando antiterrorismo, che ha agito sulla base di elementi raccolti nelle ultime settimane. Quasi tutte le proprietà che in queste ore vengono perquisite si trovano nell’est londinese, l’area più multiculturale e multietnica della capitale.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

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