Si allontana la tregua in Siria e a pagarne le spese, come da cinque anni a questa parte, sono soprattutto i civili. Stamane nel giro di poche ore sono stati colpiti due ospedali, entrambi nel nord del Paese: uno nella provincia di Idlib sostenuto da Medici senza frontiere, l’altro un ospedale pediatrico ad Azaz, vicino al confine turco.
L’ospedale di Medici senza frontiere
Il bilancio del raid aereo che ha colpito un ospedale sostenuto da Medici senza frontiere (Msf) a Marat Al Numan è di 8 persone che mancano all’appello. In migliaia ora sono sono senza copertura sanitaria in una zona dove sono in corso violenti combattimenti. I razzi sarebbero stati quattro, in due attacchi a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro.
“Sembra essere un attacco deliberato contro la struttura sanitaria e lo condanniamo con la maggior forza possibile”. Così Massimiliano Rebaudengo, capo missione di Medici Senza Frontiere ha confermato l’attacco di oggi contro l’ospedale.
“La distruzione di questo ospedale lascia una popolazione di circa 40mila persone senza accesso ai servizi sanitari in una zona in pieno conflitto”, continua Rebaudengo. L’ospedale da 30 posti letto contava uno staff di 54 persone, due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso. Msf sta supportando il centro sanitario da settembre 2015 e ne ha coperto tutti i bisogni comprese le forniture mediche e i costi di gestione.
Ucciso ad Aleppo un volontario di Caritas Siria
E oggi Davutoglu ha ripetuto che non permetterà in nessuno caso che le milizie curde della Siria, Ypg, si rafforzino nella zona nord-orientale del Paese, ora dominata dall’Isis: i curdi siriani, ha detto, “uno strumento nelle mani della Russia”. Ankara non ha digerito la presa di Maniq, centro dotato di aeroporto militare a soli 13 km dal confine di Kilis, avvenuta in seguito ai bombardamenti russi della scorsa settimana: un’occupazione a cui l’esercito turco ha reagito aprendo il fuoco nelle ultime 48 ore.
Per il Cremlino le tensioni con Ankara possono diventare un serio ostacolo nella creazione di un unico fronte anti-terrorismo in Siria.
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