Se vince il ‘sì’ (con quorum raggiunto)
STOP ESTRAZIONE Con il sì, le società petrolifere dovranno mettere fine alle loro attività di ricerca ed estrazione secondo la scadenza fissata dalle loro concessioni, e quindi secondo la data stabilita al momento del rilascio dell’autorizzazione alle compagnie stesse, al di là delle condizioni del giacimento. Lo stop, quindi, non sarebbe immediato, ma arriverebbe solo alla scadenza dei contratti già attivi.
LE CONCESSIONI A oggi nel nostro mare entro le 12 miglia sono presenti 35 concessioni di coltivazione (ovvero, estrazione) di idrocarburi, di cui 3 inattive, una è in sospeso fino alla fine del 2016 (al largo delle coste abruzzesi), 5 non produttive nel 2015. Le restanti 26 concessioni, per un totale di 79 piattaforme e 463 pozzi, sono distribuite tra mar Adriatico, mar Ionio e canale di Sicilia (si veda anche la cartina pubblicata sopra).
EFFETTI DAL 2018 Il referendum avrebbe conseguenze già entro il 2018 per 21 concessioni in totale sulle 31 attive: 7 sono in Sicilia, 5 in Calabria, 3 in Puglia, 2 in Basilicata e in Emilia-Romagna, una in Veneto e nelle Marche. Il quesito referendario riguarda anche 9 permessi di ricerca, tra i quali quattro nell’alto Mare Adriatico, 2 nell’Adriatico centrale, uno nel mare di Sicilia e uno al largo dell’isola di Pantelleria.
Se vince il ‘no’ (o se manca il quorum)
DOPPIO ESITO Con la vittoria del no o il mancato raggiungimento del quorum (perché sia valido, come vuole la Costituzione, il referendum dovrà infatti raggiungere la partecipazione del cinquanta per cento più uno degli elettori), la legge in vigore non sarebbe abrogata e le attività di ricerca ed estrazione non avrebbero una data di scadenza certa, ma potrebbero proseguire fino all’esaurimento dei giacimenti interessati.
PROROGHE POSSIBILI Le concessioni attualmente in essere hanno una durata di trent’anni con la possibilità di due successive proroghe, di dieci e di cinque anni che, in caso di vittoria del no, potrebbero essere concesse, prolungando così il periodo di attività delle trivellazioni. Con una modifica apportata al testo in materia dall’ultima legge di stabilità potrebbero però rimanere ‘per la durata di vita del giacimento’.
IMPATTO AMBIENTE Con la vittoria del «no» al referendum del 17 aprile, o con il mancato raggiungimento del quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, la possibilità di proroghe illimitate rimarrebbe, ovviamente nel rispetto delle valutazioni di impatto ambientale che andranno in ogni caso fatte in caso di richiesta di rinnovo della concessione alle trivellazioni.
Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it)
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