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I regali? Fateli ma con amore

I regali? Fateli ma con amoreArriva Natale e ricompaiono le discussioni sul regalo “utile” o sul “regalo-regalo”. C’è chi dice “è meglio regalare i soldi e uno si compra quello che vuole”, sono per esempio i nonni che fanno regali ai nipoti adolescenti. E c’è chi dice che “senza sorpresa che regalo è”. C’è chi dice “basta il pensiero” e c’è chi vuole fare bella figura. C’è anche chi i regali non li fa: c’è la crisi e il regalo è stare tutti assieme a tavola. C’è chi dice “chi ha deve pensare a chi non ha”: e nasce così il regalo-donazione, a onlus, ospedali e poveri.

Io credo che il Natale sia qualcosa di altissimo e piccolissimo insieme. Come il festeggiato: che, per i cristiani, e assieme Dio onnipotente e uomo neonato. Io credo che non si debba esagerare con lo sfarzo perché Gesù è nato a Betlemme e non a Las Vegas, però penso che le luci nelle strade, gli addobbi nei negozi, i gingles, vadano bene. Credo che parlino di Natale anche a chi, magari, neppure sa chi è Gesù Cristo. Credo che sia sbagliato cercare di misurare un dono solo con la categoria dell’utile e del gratuito: un dono per essere tale deve essere fatto per amore. Che vuol dire costato il giusto, pensato per far felice chi lo riceverà, utile ma anche un po’ superfluo. Un dono appunto. Così sarà solidale comunque. Anche se non è targato onlus.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da Metro





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