Alla vigilia dello sbarco della legge di stabilità in Parlamento, il presidente del Consiglio sceglie una trasmissione cult della domenica pomeriggio, sulla rete ammiraglia di Mediaset, per difendere il valore espansivo della manovra e ribadire la sua determinazione a fare le riforme. In cima alla lista delle proteste, ma solo in ordine di tempo, ci sono le Regioni sugli scudi per i tagli previsti dalla legge di stabilità. In settimana il governo le incontrerà ma certo Renzi non sembra più di tanto preoccupato a trovare una mediazione: “Le Regioni sono arrabbiate? Gli passerà con calma”, sostiene, insistendo, invece, che “per la prima volta una manovra taglia 18 milioni di tasse”. “Siccome per vent’anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se iniziamo a fare un po’ di tagli ai ministeri e alle Regioni, non è che si possono lamentare”, dice attirandosi uno dei vari applausi del pubblico con il quale il premier si era intrattenuto per qualche selfie prima dell’ingresso nello studio.
L’ospitata è però l’occasione per rassicurare i cittadini che la scure agli enti locali non si trasformerà in tasse o meno servizi. “È una vergogna solo dire che ci saranno tagli alla sanità”, si inalbera l’ex sindaco. L’annuncio ad effetto è, però, il bonus dal primo gennaio per le neo-mamme. Barbara D’Urso gli fa da spalla, dicendosi preoccupata perché a causa della crisi nascono molti meno bambini in Italia. Renzi condivide e rilancia, svelando un aspetto inedito della legge di stabilità: “Daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese ma anche a tutte le mamme, che fanno un figlio, per i primi tre anni”.
In quasi un’ora di intervista, il premier tocca tutti i temi “sensibili” per la vita quotidiana delle persone. A partire dal riconoscimento alla tedesca delle unioni civili, al centro negli ultimi giorni di un duro scontro dopo lo “strappo” del sindaco di Roma Marino che ha scelto di trascrivere 16 nozze gay celebrate all’estero nonostante la legge italiana non lo consenta. “Se potessi farle da solo sarebbero già fatte entro dicembre ma non siamo in una dittatura” dice Renzi alludendo alle discussioni e ai rinvii dovuti ai tempi del Parlamento. Il capo del governo parla di “una legge alla tedesca” che definisce “un buon punto di mediazione”. “Sul tema dei diritti civili – sottolinea Renzi – ci sono tantissime polemiche, in alcuni casi ideologiche, in altre legate alla paura. A noi servono regole serie”. Tra chi “vorrebbe l’equiparazione pura col matrimonio” e chi non vuole “toccare niente” arrivando “all’aberrazione che uno non possa andare a trovare il compagno in ospedale” Renzi propone una mediazione. “Faccio un appello: capisco le opinioni diverse ma evitiamo di aprire l’ennesima polemica ideologica. La proposta alla tedesca è un giusto punto di sintesi”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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