Invoca il cambiamento per portare l’Italia oltre i vecchi stereotipi, esortando compagni di partito delusi e nostalgici a non guardare al vecchio ma al nuovo corso.
Il premier Renzi, a conclusione della tre giorni alla Leopolda, davanti a quasi 7mila persone, fa il punto sui lavori e sul futuro che spera per il Paese. Evocando la protesta di piazza di ieri della Cgil a Roma, ribadisce: “Il posto fisso non c’e’ più, occorre cambiare il mondo del lavoro.
Il precariato non si combatte con i cortei. E sull’articolo 18 incalza: “E’ una regola degli anni Settanta che la sinistra allora nemmeno votò”, uno strumento vetusto che non può funzionare in uno scenario occupazionale ormai trasformato.
Poi la stoccata sull’Europa, dove vige, aggiunge Renzi, un atteggiamento per cui l’Italia è un problema. “Io sono orgoglioso di portare più forte la voce italiana in Europa” e poi ribadisce: «La sola austerità non può bastare. I conti li teniamo in ordine ma occorre creare posti di lavoro e occupazione”.
Infine una battuta all’opposizione interna: “Non consentiremo a chi ha definito la Leopolda imbarazzante di riportare il Pd dal 41 al 25 per cento. Non saremo il partito dei reduci”. di Paola Simonetti per Radio Vaticana
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