A questo punto il Papa ha aggiunto: “Se si è sciolto a metà vuol, dire che dobbiamo ancora andare avanti e fare meglio. Il santo ci vuole bene a metà“.
La storia ricorda un solo precedente positivo riguardo ai pontefici: nel 1848 il sangue nelle ampolle si sciolse al cospetto di Pio IX che, in fuga da Roma a causa dei moti mazziniani, fu accolto da Francesco II di Borbone nel suo regno ed espresse il desiderio di recarsi nel duomo. Per ringraziare del prodigio, Pio IX regalò al Tesoro di san Gennaro un calice di oro zecchino, tra i dieci pezzi più rilevanti del tesoro più ricco del mondo.
Il martirio sotto Diocleziano
All’origine della reliquia si ritiene ci sia il gesto di una pia donna che aveva raccolto in due ampolle il sangue del santo martirizzato a Pozzuoli durante la persecuzione di Diocleziano: la tradizione religiosa vuole che san Gennaro, al tempo vescovo di Benevento, sia stato decapitato nel 305 presso la solfatara di Pozzuoli, dove oggi sorge un santuario dedicato al santo e dove è custodita una pietra che al momento del martirio si sarebbe macchiata del suo sangue. Una parte del sangue sarebbe stata invece raccolta da una fedele e consegnata nel 432 al vescovo di Napoli, Giovanni. Quasi a garanzia della veridicità di quanto affermato dalla donna, il sangue si liquefece davanti agli occhi del vescovo e di una moltitudine di fedeli.
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La prima liquefazione di cui si ha ufficialmente notizia risale al 1389 quando fu annotata sulle pagine del “Chroniclon Siculum”, ma dal testo si può dedurre che doveva accadere già da molto tempo.
Il mistero del sangue che si scioglie…
Nei secoli gli scienziati e studiosi hanno cercato di capire come il fenomeno si ripeta ma finora il mistero è rimasto insoluto. A lungo tra gli scettici è stata dominante la teoria che un qualche alchimista avesse realizzato un liquido capace di passare dallo stato solido a quello liquido in virtù di sollecitazioni meccaniche e termiche (www.giornalettismo.com). Tuttavia, già nel 1902, è stato accertato – e ripetutamente confermato dalle analisi spettroscopiche – che il liquido custodito nelle ampolle è proprio sangue. Resta “solo” da stabilire perchè il sangue si sciolga e ripetutamente.
… o non si scioglie
Quando si scioglie. E’ accaduto anche che non si sciogliesse, tra la costernazione generale perchè è presagio di sventure. E’ successo, per esempio, nel maggio 1973, quando Napoli fu colpita da un’epidemia di colera, e a settembre 1980, quando, due mesi dopo, ci fu il terremoto dell’Irpinia. Nel maggio del 2013, invece, il sangue era già sciolto al momento di prelevare le ampolle dalla cassaforte.
La Chiesa ha, al riguardo, una posizione ufficiale molto prudente secondo la quale non ci sono prove che il sangue di quelle ampolle appartenga effettivamente a san Gennaro e non ci sono sufficienti elementi nè per dimostrare nè per escludere che il fenomeno abbia spiegazioni fisiche.
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A cura di Redazione Papaboys fonti: AgenSir / Aleteia/ Il Sismografo
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