Migliaia di cristiani di Galilea si sono radunati ieri, domenica 21 giugno presso la chiesa del miracolo della Moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabgha, fatta oggetto giovedì scorso di un attentato incendiario attribuibile a coloni estremisti ebrei . Doveva trattarsi di un incontro di preghiera raccolto e silenzioso, da tenersi in margine alla riapertura della chiesa per la Messa domenicale, dopo i giorni dedicati alla stima dei danni da essa subiti. Poi i toni si sono accesi e il raduno ha assunto la fisionomia di una manifestazione di protesta, con centinaia di giovani che hanno bloccato le strade portando con sé croci e bandiere bianche e gialle del Vaticano, mentre si cantavano inni in onore di Gesù e di Maria.
La Messa è stata celebrata da Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini. Molti alti responsabili delle rappresentanze diplomatiche presso Israele – riferiscono i media legati al Catholic Studies and Media Center – hanno condannato l’attentato incendiario e hanno ribadito che continueranno a seguire gli sviluppi dell’indagine iniziata per identificare gli esecutori dell’atto intimidatorio contro la chiesa. Alla celebrazione ha preso parte anche il vice-ambasciatore Usa in Israele, William Grant, mentre la comunità monastica benedettina residente nel Santuario ha accolto delegazioni druse e musulmane venute per esprimere in maniera pubblica la propria solidarietà davanti all’attacco subito.
Le indagini iniziate dalle forze di polizia israeliane non hanno ancora condotto all’identificazione dei responsabili e degli autori del gesto criminale. Dopo l’attentato, sui muri della chiesa sono state trovate delle scritte tracciate in ebraico che riportano il passaggio di una preghiera recitata tre volte al giorno dagli ebrei praticanti, in cui si chiede a Dio di annientare gli idoli e i pagani.
Per modalità di esecuzione – informa l’Agenzia vaticana Fides – l’attacco intimidatorio alla chiesa di Tabgha è assimilabile alle numerose profanazioni compiute da gruppi di coloni ebrei estremisti a danno di monasteri, chiese e cimiteri cristiani a partire dal febbraio 2012. Da allora, siglandosi spesso con la formula “il prezzo da pagare” (price tag), militanti oltranzisti di gruppi vicini al movimento dei coloni hanno portato attacchi anche contro moschee frequentate dagli arabi palestinesi di religione islamica.
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