Ricky Memphis, l’attore romano protagonista di tante pellicole e molti film per il piccolo schermo, è stato ospite nella puntata del 10 novembre al Maurizio Costanzo Show dove ha parlato apertamente dell’ambiente ateo in cui è cresciuto e della fede ritrovata “grazie a Dio”:
«Ad un certo punto mi sono liberato da tutte le sovrastrutture, da tutto quello che mi volevano inculcare dove sono cresciuto. Io sono cresciuto in un ambiente abbastanza anticlericale e antireligioso e all’epoca mi vergognavo un pochettino di credere ma sentivo sempre quest’attrazione verso Gesù Cristo. Poi ad un certo punto ho iniziato a pensare con il cervello mio e ho scoperto la fede, grazie a Dio».
D’altronde quel palcoscenico è familiare per l’artista, è stato il trampolino di lancio per la sua carriera cominciata nel 1990 proprio in quella trasmissione grazie ad una giornalista che una sera lo ascoltò recitare in un locale underground le sue poesie metropolitane in romanesco. E forse, se non l’avesse notato, oggi sarebbe ancora un manovale, senza diploma ma appassionato di lettura e scrittura.
“Sentivo sempre quest’attrazione verso Gesù Cristo” ha detto. Parlando con serietà e compostezza. Ed io sono rimasta sorpresa, non me lo aspettavo. È raro sentire pronunciare il nome di Nostro Signore in televisione.
Attore molto apprezzato, distante dal gossip, sorriso simpatico, atteggiamento pacato, carattere introverso con la sua inimitabile cadenza romana, ha fatto affezionare il pubblico che non l’ha più abbandonato con la fortunata serie tv Distretto di Polizia, dove interpretava il mitico commissario Mauro Belli.
All’età di 4 anni perde suo padre
Riccardo Fortunati, nome d’arte Ricky Memphis – scelto in omaggio a Elvis Presley – classe 1968, ha vissuto una fanciullezza segnata dalla perdita del papà che muore quando lui ha solo quattro anni a causa di un incidente stradale. Nonostante il dolore, l’affetto e il calore della famiglia e dei parenti gli regalano un’infanzia allegra e vivace. Infatti in un’intervista racconta:
«La mia vita è stata segnata dalla precoce morte di mio padre in un incidente stradale, avvenuta quando avevo solo quattro anni: lui lavorava in trasferta a Taranto e faceva di tutto per tornare spesso a Roma ed incontrare mia mamma Rosa, me e la mia sorellina più piccola. Dopo quella tragedia, siamo andati ad abitare a casa di mia nonna e la mia infanzia è stata ugualmente felice, rumorosa e divertente, piena di bambini: mia madre ha dodici fratelli e sorelle, quindi sono cresciuto con tanti zii e cugini che abitavano quasi tutti nello stesso quartiere romano». (ioacquaesapone.it)
“Gesù è stato il mio vero Padre”
Nello stesso articolo confida come sia stato difficile vivere l’assenza del padre e di come la profonda relazione personale con Gesù sia stata un sostegno:
«Naturalmente i problemi si scoprono crescendo: mia mamma è stata sempre molto presente, ma è molto difficile non avere un padre ed una relazione maschile, soprattutto in un ambiente sociale alquanto duro come la strada dei sobborghi della Capitale. Solo con il tempo mi sono reso conto di quanto questo dolore e questa mancanza mi abbiano segnato. Però, dentro di me ho sempre sentito la presenza di Dio ed ho sperimentato un continuo scambio con Gesù. Con Lui ho sempre avuto una relazione personale che mi ha allevato e fatto crescere: Gesù è stato il mio vero Padre» (ioacquaesapone.it)
Cresciuto in un ambiente ateo di sinistra
Durante l’adolescenza l’ambiente di sinistra ateo e anticlericale in cui vive lo allontana dalla fede, anche resta forte in lui il richiamo alla spiritualità come ha raccontato al Maurizio Costanzo show e in un’intervista a Panorama di qualche anno fa rilasciata per l’uscita del film Immaturi. Rispose così alla domanda della giornalista: “è molto religioso?”
«Lo sono sempre stato, ma per accettarlo ci ho messo del tempo. Da ragazzo vivevo in un ambiente molto di sinistra, dove professarsi cattolico equivaleva a confessare un assassinio. Cercavo la spiritualità nel buddismo, nello sciamanesimo, nei libri di Carlos Castaneda. Poi ho fatto pace con la mia vera fede». (panorama.it)
Il suo sembra un lento e irrequieto peregrinare alla ricerca di fonti in cui dissetarsi, per poi tornare alle origini, all’unico pozzo di felicità e acqua di vita.
“Felicemente cristiano”
«Lentamente, senza clamore, mi sono allontanato dai miei amici atei e dagli ambienti che frequentavo. Poi, iniziando ad essere più indipendente dagli altri, mi sono lasciato andare e sono diventato quello che dentro di me ero sempre stato: felicemente e totalmente cristiano e cattolico». (ioacquaesapone.it)
La parola di Dio, la preghiera, la Messa e la guida di un direttore spirituale, sono gli strumenti della sua crescita nella fede racconta.
Mentre la sua più grande paura, (anzi, l’attore dice letteralmente “sono terrorizzato”) essendo padre di due bambini è quella di morire – svela sempre a Panorama – e di lasciarli orfani, come è accaduto a lui e sua sorella.
Quale genitore non ha, chi più chi meno, questo pensiero?
Nelle sue parole si avverte l’umanità, la fragilità, il sentirsi piccoli di fronte alla maestosità della vita. Ma è la piccolezza che ci fa scoprire figli bisognosi del Padre.
Continua confidando che la paura la scaccia “pregando molto. In chiesa e in casa, da solo”. (panorama.it)
Quanto è importante la preghiera! Colonna spirituale fondamentale del nostro tempio! Nell’Ave Maria supplichiamo la Madonna di pregare per noi peccatori “adesso e nell’ora della nostra morte”. È bene ricordarlo a noi stessi, insegnarlo ai nostri figli, vivere da risorti perché Cristo ha vinto la morte!
E parlare di Gesù anche in televisione, caro Ricky, è un buon modo per cominciare… grazie.
Fonte it.aleteia.org/Silvia Lucchetti
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