Rinviata la visita di #PapaFrancesco al Policlinico #Gemelli per indisposizione del Santo Padre
“A causa di una lieve indisposizione sopraggiunta all’ultimo momento, il Papa non potrà effettuare la visita al Gemelli. La stessa è stata rinviata e la Santa Messa sarà presieduta alle ore 16:30 dal cardinale Angelo Scola, che leggerà l’omelia preparata dal Santo Padre”. A dare l’annuncio è stato monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell‘Università Cattolica del Sacro Cuore, nel piazzale antistante l’entrata del Policlinico.
Papa Francesco avrebbe dovuto celebrare oggi la Messa nel piazzale antistante la facoltà di Medicina. Il Santo Padre, il cui arrivo presso la sede della struttura sanitaria di Monte Mario era previsto per le 15.30, avrebbe visitato prima l’ospedale e poi incontrato i malati.
Si sarebbe trattato del quinto Pontefice ad andare nella sede romana dell’ateneo, in una storia di amicizia che dura da 50 anni. Intorno alle 16.45, dopo una breve sosta nella chiesa del Sacro Cuore, era attesa una “esortazione di Papa Francesco” ai rappresentanti della famiglia universitaria e del policlinico Gemelli. Alle 18.45, dopo una concelebrazione eucaristica nel piazzale degli Istituti biologici, erano invece previsti i saluti istituzionali.
“Abbiamo desiderato intensamente la visita del Santo Padre e la possibilità di celebrare con Lui la Santa Eucarestia a cinquant’anni dalla fondazione del Policlinico Gemelli – aveva spiegato in una nota il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo -. Papa Francesco non poteva farci dono più grande scegliendo proprio la Solennità del Sacro Cuore, a cui per volontà dei suoi fondatori è dedicata l’Università Cattolica. L’Istituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo che ne è l’Ente fondatore e promotore, esprime al Santo Padre la più viva gratitudine per questa importante occasione di incontro, di riflessione e di preghiera”.
Ecco il testo dell’omelia preparata da Papa Francesco e letta dal cardinale Scola :
«Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti» (Dt 7,7). Dio si è legato a noi, ci ha scelti, e questo legame è per sempre, non tanto perché noi siamo fedeli, ma perché il Signore è fedele e sopporta le nostre infedeltà, le nostre lentezze, le nostre cadute.
Dio non ha paura di legarsi. Questo ci può sembrare strano: noi a volte chiamiamo Dio “l’Assoluto”, che significa letteralmente “sciolto, indipendente, illimitato”; ma in realtà, il nostro Padre è “assoluto” sempre e soltanto nell’amore: per amore stringe alleanza con Abramo, con Isacco, con Giacobbe e così via. Ama i legami, crea legami; legami che liberano, non costringono.
Con il Salmo abbiamo ripetuto: «L’amore del Signore è per sempre» (cfr Sal 103). Invece, di noi uomini e donne un altro Salmo afferma: “E’ scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo” (cfr Sal 12,2).Oggi in particolare la fedeltà è un valore in crisi perché siamo indotti a cercare sempre il cambiamento, una presunta novità, negoziando le radici della nostra esistenza, della nostra fede. Senza fedeltà alle sue radici, però, una società non va avanti: può fare grandi progressi tecnici, ma non un progresso integrale, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.
L’amore fedele di Dio per il suo popolo si è manifestato e realizzato pienamente in Gesù Cristo, il quale,per onorare il legame di Dio con il suo popolo, si è fatto nostro schiavo, si è spogliato della sua gloria e ha assunto la forma di servo. Nel suo amore non si è arreso davanti alla nostra ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto. Ce lo ricorda san Paolo: «Se noi siamo infedeli, lui – Gesù – rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2Tm 2,13). Gesù rimane fedele, non tradisce mai: anche quando abbiamo sbagliato, Egli ci aspetta sempre per perdonarci: è il volto del Padre misericordioso.
Questo amore, questa fedeltà del Signore manifesta l’umiltà del suo cuore: Gesù non è venuto a conquistare gli uomini come i re e i potenti di questo mondo, ma è venuto ad offrire amore con mitezza e umiltà. Così si è definito Lui stesso: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). E il senso della festa del Sacro Cuore di Gesù, che celebriamo oggi, è quello di scoprire sempre più e di farci avvolgere dalla fedeltà umile e dalla mitezza dell’amore di Cristo, rivelazione della misericordia del Padre. Noi possiamo sperimentare e assaporare la tenerezza di questo amore in ogni stagione della vita: nel tempo della gioia e in quello della tristezza, nel tempo della salute e in quello dell’infermità e della malattia.
La fedeltà di Dio ci insegna ad accogliere la vita come avvenimento del suo amore e ci permette di testimoniare questo amore ai fratelli in un servizio umile e mite. È quanto sono chiamati a fare specialmente i medici e il personale paramedico in questo Policlinico, che appartiene all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Qui, ciascuno di voi porta ai malati un po’dell’amore del Cuore di Cristo, e lo fa con competenza e professionalità. Questo significa rimanere fedeli ai valori fondanti che Padre Gemelli pose alla base dell’Ateneo dei cattolici italiani, per coniugare la ricerca scientifica illuminata dalla fede e la preparazione di qualificati professionisti cristiani.
Cari fratelli, in Cristo noi contempliamo la fedeltà di Dio. Ogni gesto, ogni parola di Gesù lascia trasparire l’amore misericordioso e fedele del Padre.
E allora dinanzi a Lui ci domandiamo: com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà.
Oggi solennità del S.Cuore di Gesù. Festeggiamo il suo incontenibile Amore verso tutti noi.Noi siamo inclini alla caduta,ma Lui ci accoglie a braccia aperte, quando contriti per il nostro peccato, ritorniamo a Lui. Noi dobbiamo trasmettere lo stesso amore di Cristo, a chi si trova nella sofferenza, a chi ci sta accanto Questo obbligo cristiano e naturale dovrebbero averlo coloro che hanno il compito di tutelare la salute degli ammalati: medici, infermieri, volontari….Invece ora c’è l’usanza, che i medici più bravi, negli ospedali, hanno prenotazioni dopo un anno. Se hai soldi in pochi giorni ti visiterebbe! Come al solito il denaro ti può permettere di stare bene. Il povero è destinato a subire. Ma dov’è l’AMORE di Cristo, umile e gratuito, in questi medici?