Ma davanti al Tabernacolo ci si può anche addormentare per la stanchezza accumulata: se accade “è una preghiera bellissima – spiega Francesco – come il padre che guarda il figlio che dorme. Se vi addormentate davanti al Tabernacolo non vi preoccupate, va bene così. Gesù vi guarda”. Il Tabernacolo “può essere noioso, non è la tv, ma lì c’è l’amore”; è “un dialogo d’amore, senza parole”.
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Nelle omelie “abbiate pietà del popolo di Dio”, ha detto questo pomeriggio Papa Francesco ai partecipanti al terzo ritiro mondiale del clero. “Le persone – ha spiegato – non sopportano più di otto minuti, poi si disconnettono, e vogliono si parli al cuore”. “Un’idea, un’immagine, un sentimento: ecco – il suo monito – che cosa deve avere un’omelia”, che “non è una conferenza, né una lezione di catechesi, né un sacramentale”. La Parola di Dio, ha precisato il Papa, “è un linguaggio positivo, non proibitivo”.
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Dal Pontefice un invito: “Riunitevi tra sacerdoti per preparare le omelie. Per favore, non spaventate il popolo di Dio, non perdete tempo. Parlate del Regno di Dio, delle beatitudini, dell’amore che trasforma il cuore. L’amore di Dio – le parole del Papa – è più forte di ogni terrorismo assassino”.
“Vedere i vescovi insieme ai sacerdoti è la cosa più bella di una Chiesa particolare”: ha esordito così Papa Francesco, nella lunga meditazione tenuta questo pomeriggio nella basilica di San Giovanni in Laterano agli oltre mille sacerdoti che, provenienti da 90 differenti Paesi dei cinque continenti, stanno partecipando al terzo ritiro mondiale a Roma.
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“Abbiamo bisogno di sacerdoti vicini al popolo di Dio, abbiamo bisogno di vescovi vicini al popolo di Dio”, ha proseguito Francesco”, e tra loro si devono parlare con parresìa: “Questo è il principio che ha salvato la Chiesa primitiva, il coraggio di Paolo di dire le cose, il coraggio degli apostoli di discutere tra loro”. “Dove c’è prossimità, lì c’è lo spirito di Dio”, ha detto ancora il Pontefice sottolineando l’importanza di confrontarsi: “Che ci sia una discussione è un bene perché dove non si discute c’è una Chiesa morta. Solo nei cimiteri non si discute”. Il Papa si è detto quindi “contento di vedere” i “preti di periferia in prima fila”.
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“Ma noi chi siamo? Puritani? Per favore una Chiesa senza Gesù e senza misericordia no! Non fate scappare il popolo fedele”. Ad esclamarlo è Papa Francesco, commentando nella sua meditazione a braccio ai partecipanti al terzo ritiro mondiale del clero, il rifiuto, da parte di un prete a Buenos Aires, di battezzare il figlio di una ragazza madre. “Quando questo accade, il cuore di un sacerdote è burocrate, è strettamente legato alla legge della Chiesa, la Chiesa che è madre si trasforma per tanti fedeli in una ‘matrigna’: per favore, fate sentire che la Chiesa è sempre madre!”. “Siate misericordiosi! Siate misericordiosi!”, ha ripetuto Francesco. “Il solo fatto che qualcuno venga, si metta giù, in ginocchio, nel confessionale è segno di penitenza, e il gesto precede la parola, è un gesto di penitenza. Il fatto che qualcuno arrivi con questo gesto al confessionale è proprio perché ha voglia di cambiare”. “Misericordia nelle confessioni, misericordia”, ha insistito il Papa, secondo il quale “l‘amore trasforma e contagia”.
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A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire / Livetwitting di Alessandro Ginotta
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