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Ritorna l’aborto eugenetico di Hitler per le ‘vite senza valore’

Approvare l’aborto eugenetico significa dire in faccia alle persone con sindrome Down, e non solo a questa categoria, che la loro vita non ha senso. Nella foto potete vedere Cristina Acquistapace, consacrata con sindrome di ‪‎Down‬. Guardate questo breve ‪‎video (qui sotto)‬ in cui parla dell’aborto e dice: “Io sono felicissima di essere nata e ringrazio i miei genitori che mi hanno fatta nascere”. Il relativismo etico, condito dalla libertà di scelta su tutto, anche su ciò che fonda l’uomo nella sua struttura antropologica, ha rispolverato le intuizioni del nazismo, riproponendolo in salsa di rispetto per i desideri individuali delle persone, e in modo particolare delle donne. Il virus ha già contagiato diverse nazioni, le quali si apprestano a venire incontro alle richieste dei gruppi abortisti, con apposite leggi, alle necessità di chi non vuole avere figli malati o diversamente abili. Il collegamento storico è indiscutibile. La radice della pratica eugenetica è hitleriana. Quando l’altro giorno ho trovato il legame con l’eutanasia, su twitter mi è stato risposto: “Il dibattito sull’eutanasia e perfino le prime proposte di legge sono precedenti al nazismo”. Certamente! Hitler le ha portate a perfezione, sterminando contro volontà, milioni di persone. Il dibattito così è continuato: “Credo interessi poco la storia, la verità è che il paragone col nazismo serve a creare “il mostro” da agitare nel dibattito”. Appunto! Quando nel dibattito storico si trovano argomenti a favore dell’ideologia imperante, è vera e nessuno può confutarla. Mentre quando gli episodi storici confermano altre tesi, allora tutto è falso, e serve ad alimentare l’orrore del dibattito… Secondo questa posizione il nazismo non c’entra nulla con tutte le leggi contro l’uomo che si stanno rispolverando nel mondo… vedete voi!

Ritorna travestito da democrazia il progetto del super uomo puro di Hitler, il quale prevedeva per l’inizio vita dei bambini malati o malformati nell’utero materno, la pratica dell’aborto selettivo. Con il termine eugenetica nazista si indicano le politiche sociali razziste attuate dalla Germania nazista, aventi come fine il miglioramento della razza mediante l’eugenetica. In particolare essa era mirata a quanti furono identificati come “vite di nessun valore”

(in Tedesco: Lebenunwertes Leben): deviati, “degenerati”, dissidenti, ritardati e persone con difficoltà di apprendimento, persone sterili, omosessuali, persone pigre, malati mentali, ebrei, deboli, zingari ecc. A questi avrebbe dovuto essere impedito di riprodursi, in modo da non diffondere i propri geni all’interno della popolazione. Oltre 400.000 persone subirono la sterilizzazione coatta, e 70.000 furono uccise nel corso dell’Aktion T4. Adolf Hitler entrò in contatto con idee sull’eugenetica durante il suo periodo di detenzione nel carcere di Landsberg, durante il quale lesse dei trattati di igiene razziale. Egli ritenne quindi che la Germania avrebbe potuto riacquistare il proprio status di potenza solo se lo stato avesse applicato alla società tedesca i principi basilari dell’eugenetica e dell’igiene razziale. Hitler attribuiva, infatti, lo stato di debolezza della nazione all’esistenza di “elementi degenerati”, che avevano compromesso la purezza della popolazione. Era di sua opinione quindi che gli “elementi degenerati” dovevano essere eliminati il prima possibile. La riproduzione dei forti e dei razzialmente puri avrebbe dovuto essere incoraggiata, mentre i deboli ed i razzialmente impuri avrebbero dovuto essere neutralizzati.

Negli anni ’20 la teoria del Darwinismo sociale era in voga tra gli scienziati europei, ed aveva grossa risonanza sulla stampa austriaca. Tuttavia l’influenza del Darwinismo sociale su Hitler è incerta. In precedenza la politica di infanticidio selettiva praticata da Sparta era stata discussa da Ernst Haeckel nel 1876. Nel suo Secondo libro (Zweites Buch), che non fu pubblicato negli anni del Nazismo, Hitler, similmente a Haeckel, aveva lodato le politiche di Sparta, definendola il primo Stato Völkisch, e dato la sua approvazione a ciò che gli era sembrato un trattamento eugenico ante-litteram degli infanti deformi: “Sparta va considerata come il primo stato Völkisch. L’esposizione dei bambini malati, deboli, deformi – in breve: la loro distruzione è stata più decente ed in verità migliaia di volte più umana della miserevole follia dei giorni nostri, che protegge i soggetti più patologici a qualsiasi costo, e ciò nonostante toglie la vita – mediante la contraccezione o l’aborto – a centinaia di migliaia di bambini sani, solo per poi nutrire una razza di degenerati carichi di malattie. Il programma di eugenetica nazista fu ispirato dai programmi di sterilizzazione coatta attuati in America.

Ufficialmente conosciuto con il nome di Aktion T4, il programma di eugenetica mirava all’eliminazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile o disabili, ed alla conduzione dell’eutanasia sugli adulti ricoverati o portatori di malformazioni congenite. Si stima che l’esecuzione del programma sia costata la vita di oltre 200.000 persone. In Germania, la Legge per la prevenzione delle nascite affette da malattie ereditarie, promulgata il 14 luglio 1933, aveva richiesto ai medici di registrare qualsiasi caso di malattie ereditarie, ad eccezione di quelle che affliggessero le donne più anziane di 45 anni. La violazione delle norme sulla registrazione era punibile mediante multe. Nel 1934, il primo anno di entrata in vigore della legge, circa 4.000 persone presentarono ricorsi amministrativi contro le decisioni delle autorità responsabili per la sterilizzazione. 3.559 ricorsi furono respinti. Tra il 1933 e la caduta del regime nazista, ebbe luogo l’istituzione di oltre 200 “Corti per la salute ereditaria”

(Erbgesundheitsgerichten), che disposero la sterilizzazione coatta di oltre 400.000 persone. La clinica di Hadamar era una clinica psichiatrica nella città di Hadamar, usata dai nazisti come sede del programma Aktion T4. L’Istituto di Antropologia, Ereditarietà ed Eugenica Kaiser Wilhelm fu fondato nel 1927. Agli inizi, e durante il periodo nazista, fu associato alle teorie sull’eugenetica e sull’igiene razziale sostenute dai suoi teorici di spicco Fritz Lenz e Eugen Fischer e dal direttore Otmar von Verschuer. A Fischer è attribuita la sterilizzazione dei cosiddetti bastardi renani.

Il tema dell’aborto è quanto mai spinoso e politicamente scorretto, ed è il motivo per cui mi sono sempre benvolentieri occupato dell’argomento. Un orizzonte edonista non può non avere il sesso “libero” in cima ai suoi pensieri, e l’eliminazione dei cascami indesiderati, dei “danni collaterali” (il politically correct, com’è noto, si esprime solo per eufemismi), ne costituisce un corollario obbligato. L’unica rivoluzione veramente riuscita del Sessantotto è stata questa: nato negli Usa (dopo essere stato applicato nella Germania Nazista), ha perso per strada le connotazioni marxiste europee, ed è rimasto solo quel che era alle origini, un movimento di “liberazione” nient’altro che sessuale, dal momento che, droghe a parte (altro lascito sessantottardo), non c’è “divertimento” superiore a questo sotto il cielo degli uomini, gratis e alla portata di tutti. Libertà sessuale, omo ed etero, divorzio e aborto sono talmente connessi che, date alla mano, alla prima sono necessariamente seguiti tutti gli altri, e quasi a furor di popolo. Toltone uno, cade anche il resto; ammessa l’una, il resto si accoda. Per forza: la natura è quel che è e quasi mai i fiumi rompono gli argini in un punto solo. L’incongruenza di un mondo occidentale, che è costretto ad importare manodopera immigrata per far fronte al suo deficit demografico, ma insiste nell’eliminare quote rilevanti dei suoi nuovi nati, è solo apparente. Sì, perchè, ripeto, l’aborto è parte necessaria e integrante della cultura dell’edonismo; non a caso il marchese De Sade ne fu un appassionato sostenitore. E non a caso i regimi materialistici, finirono (e finiscono) per favorirlo e renderlo “di massa”. A quei non molti che ancora, tuttavia, ne conservano l’orrore, questa “breve storia” farà bene, perché non sia mai che all’orrore si faccia l’abitudine a furia di averlo sempre quasi sotto il naso, dietro il muro della clinica accanto. Sì, perché la coscienza può assopirsi e le fredde statistiche non hanno l’impatto di un’immagine raccapricciante quale quella disegnata e fotografata. L’utilizzo di immagini che raffigurano un bambino abortito è un tema al centro del dibattito dei movimenti pro-life in tutto il mondo: c’è chi sostiene che siano controproducenti e comunque molto truci e chi, invece, crede che solo mostrando cosa sia davvero l’aborto si possa colpire anche le sensibilità più resistenti. Ciò che sappiamo per certo, però, è che quelle foto hanno contribuito a salvare diverse vite. In questi giorni LifeSiteNews si è occupato della questione, raccontando la storia di una donna del North Carolina che due giorni prima dell’operazione per interrompere la gravidanza ha visto delle immagini di un bambino ucciso con l’aborto. La forza dirompente di quelle foto ha colpito così tanto la donna da costringerla in un pianto ininterrotto: cosa stava per fare? Ecco la fine che avrebbe fatto fare a suo figlio. Quindi la decisione: contro la volontà del fidanzato e senza certezze economiche, quel bambino avrebbe dovuto nascere. La forza dell’evidenza, la forza della Vita, vince su tutto.

Lo slogan che a suo tempo fu brandito, “l’aborto è un omicidio”, conteneva già tutto quanto c’era da dire, eppure non bastò. Il rischio più grosso è questo: dimenticare, dimenticare la voce che grida giorno e notte fino a noi, col suo urlo silenzioso, fin dal giorno in cui i sofisti convinsero i più che il frutto del concepimento era un essere umano solo da un certo giorno in poi. E che prima non era niente. Come i più anziani ricorderanno, fu inutile ogni obiezione e ancora lo sarà perché, come ho detto, l’aborto e l’edonismo sono inscindibili. Io non mollo! E tu da che parte vuoi stare? a cura di DonSa

Guarda i commenti

  • Si pensa sempre al bambino, ma mai all'adulto che sarà quel bambino! Cosa succederà e chi si occuperà di una persona con una malattia così grave da non poter mai essere autonomo (magari non avere nemmeno il controllo dei propri movimenti). quando i genitori saranno morti????? Alcune malattie sono MOLTO PIU' GRAVI della sindrome di Down.
    Non solo i genitori, ma tutti i parenti già adulti alla nascita del bambino quando questo avrà 40-50 anni saranno troppo vecchi per occuparsene o non ci saranno più.
    Tenendo presente che con certi tipi di gravi malattie il bambino da adulto continuerà ad avere solo l'affetto di genitori e parenti, ma mai una sfera sessuale/affettiva o qualunque tipo di vita di coppia. Questa è un'altra cosa di cui nessuno parla, come se vivere senza amore da parte di gente diversa dai genitori fosse un aspetto secondario della vita.
    Io potrei anche sacrificarmi completamente per il benessere di mio figlio, ma qui si parla della vita di un'altra persona. E la qualità della sua vita dipenderà solo in parte dai sacrifici dei genitori.
    Non fare nemmeno delle analisi è solo un modo per lavarsi la coscienza e delegare la responsabilità a Dio o alla Natura.
    Altro che gesto di coraggio!

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