Ritrovato il reliquiario di Giovanni Paolo II rubato a l’Aquila

L’AQUILA – Ad ora è stato recuperato il reliquiario, ma ci sono buone prospettive per il recupero della reliquia stessa: svolta nelle indagini sul furto sacrilego compiuto la scorsa settima nel Santuario della Ienca dedicato a Papa Giovanni Paolo II. La polizia stamani ha fermato due giovani aquilani che hanno confessato di essere gli autori della profanazione. Nell’ex clinica psichiatrica di Santa Maria di Collemaggio, nei pressi del Sert, gli investigatori hanno rinvenuto, interrati, la teca priva della reliquia del pontefice e la croce. I fermati sono un 23enne e un 24enne che la polizia aveva posto in stato di fermo per una rapina compiuta qualche giorno fa al terminal bus di Collemaggio, dove il cassiere della biglietteria fu aggredito con un pugno al volto.

Sarebbero stati loro, poi, a confessare il furto sacrilego. Il pm David Mancini ha disposto che entrambi vengano interrogati congiuntamente da carabinieri e polizia. Sul posto, oltre al magistrato, sono arrivati il parroco del santuario,Jose’ Obama e il presidente dell’associazione San Pietro della Ienca, Pasquale Corriere. Il rinvenimento della reliquia, un pezzettino di stoffa intrisa del sangue dell’abito del pontefice quando rimase vittima dell’attentato a piazza San Pietro, il 13 maggio 1981, potrebbe essere questione di ore. 

Le ricerche della reliquia con il sangue di Giovanni Paolo II, rubata insieme a una croce, nella piccola chiesa di San Pietro della Ienca, alle falde del Gran Sasso tra Assergi e Camarda, sono state portate avanti da cinquanta uomini diretti dal comandante provinciale, Savino Guarino, ed hanno seguito  tutte le ipotesi investigative: oltre al furto su commissione, ipotesi formulata dal presidente dell’ associazione culturale San Pietro della Ienca, Pasquale Corriere, promotore delle iniziative di rilancio turistico del Gran Sasso, incentrato sulla figura di Wojtyla, era stata valutata anche la pista di un devoto al beato che potrebbe aver portato a casa la reliquia perché convinto che il culto «diretto» possa dare maggiori benefici. Si era parlato nelle scorse ore anche di pista di satanisti, che è risultata infondata.

L’inchiesta della procura della Repubblica coordinata dal pm David Mancini, è giunta quindi ad una svolta finale, e positiva. Tra gli altri era stato ascoltato il parroco José Obama che era stato il primo a scoprire il furto  l’allarme: nella chiesetta era stato messo a segno spaccando una finestrella laterale. Poi, i ladri hanno rotto il reliquiario e avevano fatto perdere le proprie tracce. di Ornella Felici

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