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Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele

1vvRIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO MERCOLEDI’  –  Osea profetizza la distruzione di Samaria, avvenuta nel 722 A.C., come conseguenza dell’idolatria a cui Israele si era abbandonato senza badare che “chi semina secondo giustizia mieterà secondo bontà”; tuttavia l’appello alla conversione significa che è sempre “tempo di cercare il Signore”. Nella fede non si finisce mai di cercare Dio. Quando pensiamo di averlo conquistato e non camminiamo più, qualcosa non funziona. La bellezza dello stare con il Signore è condizione fondamentale per non cadere nel “letargo spirituale” a cui tante volte ci abituiamo. Lasciarsi provocare dalla Parola per non perdere il passo e lo sguardo di Dio, è il compito più arduo da cui non possiamo sottrarci.

 Nella lettura Evangelica di oggi, Gesù costituisce i dodici apostoli come le antiche tribù, a fondamento del nuovo popolo di Dio, e li manda in missione. In questa seconda parte del discorso, Matteo si intrattiene sulla persecuzione che accompagna la missione e, quindi, sul coraggio che è richiesto al discepolo a rivolgersi alle “pecore perdute della casa di Israele”. Colui che ha deciso di seguire Gesù, non può aspettarsi un “destino” diverso da quello del Maestro. E se per il Signore la via della croce non solo fu prevista, ma voluta, così deve essere per ogni seguace: la persecuzione fa parte della missione ed è il segno della sua verità. Non possiamo essere “discepoli con le pantofole”, in cerca dell’approvazione del mondo per non essere perseguitati. L’annuncio del Vangelo è giudizio che inquieta il mondo. Cristo è venuto a fare irruzione nella tranquillità apparente a cui siamo abituati. La parola proclamata costringe a prendere posizione per scegliere senza compromessi una strada diversa da quella indicata dagli uomini. Sono testimoni autentici della Verità tutti gli uomini, donne, bambini che in ogni parte del mondo preferiscono la morte piuttosto che annacquare il Vangelo.Tramite i mezzi di comunicazione, arrivano immagini rivoltanti, crude, irragionevoli, senza pietà. Ciò che all’opinione pubblica sembra qualcosa di cui vergognarsi, per i credenti è la forza della fede, quella capace di generare nel sangue versato nuovi credenti in Cristo.                                   a cura di don Salvatore Lazzara

 

 

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