Rivolta dei genitori: vogliamo la benedizione

Rivolta dei genitori: vogliamo la benedizioneRivolta dei genitori: vogliamo la benedizioneScivolone della dirigente scolastica di una materna. Vieta la benedizione pasquale, ma poi deve fronteggiare la ribellione dei genitori. Compresa una mamma musulmana. Succede a Perignano, in provincia di Pisa. Qui, dopo il divieto, i genitori genitori hanno organizzato, ieri mattina, un sit-in di protesta fuori dalla scuola, chiamando il parroco respinto ad incontrare lo stesso gli alunni. Il sacerdote in questione, don Armando Zappolini, da 32 anni guida la comunità parrocchiale don Armano Zappolini, ed è conosciuto in Toscana anche il suo ministero anticonformista e le posizioni sociali aperte.

Alla fine, la preside contestata dai genitori ha acconsentito che la benedizione pasquale si svolgesse all’interno dell’ istituto, che ospita due scuole elementari, nell’aula magna con la sola esclusione dei bambini che hanno rinunciato a seguire l’ora di religione in classe.

Il parroco: la burocrazia è lontana dalla gente
“Penso che questa preside – spiega pacato don Armando – sia prigioniera di una burocrazia che è lontana dalla gente. La rivolta dei genitori non riguarda il rito religioso, ma la tradizione di una comunità. Da sempre qui a Perignano, nel mercoledì santo, il parroco va a scuola per fare gli auguri. E impedirlo non serve a testimoniare la laicità dello Stato che io sono il primo a difendere, ma a far sentire altro chi arriva da fuori e non si contamina con le tradizioni del luogo dove ha scelto di vivere. Non c’entra niente quindi il rispetto di chi è musulmano o semplicemente non cattolico”. 

La mamma musulmana: sì alla benedizione
“Mio figlio è musulmano – ha urlato, infatti, una mamma durante la protesta di oggi – ma vorrei ugualmente che ricevesse la benedizione altrimenti si rischia di insegnare il razzismo ai bambini già nei loro primi anni di età”.

“Il rispetto aiuta l’inclusione sociale”
E don Armando circostanzia il concetto ancora meglio: “Ho fatto un viaggio in Burkina Faso anni fa e lì c’è l’usanza di andare a ossequiare il musulmano che torna al villaggio dopo un pellegrinaggio alla Mecca. Andai anche io, bianco e vestito da prete, a rendere omaggio a quella persona”. Altrimenti il rischio, secondo il sacerdote, “è quello di determinare reazioni opposte, di esclusione anziché inclusione sociale”.

Accoglienza per tutti
“Meno male che Papa Francesco con le sue azioni – conclude il parroco – sta cercando di svegliarci. E io non vado certo nelle scuole a fare proselitismo religioso. Anzi in passato fui richiamato perché avevo aperto una piccola scuola islamica nella mia parrocchia. Penso quindi che le decisioni si debbano prendere anche con il cuore per evitare una burocrazia che viaggia sulle carte e non incontra le persone. Insomma, salviamo la sostanza ma non facciamo in modo che la forma calpesti quella stessa sostanza. Due anni fa ricevetti perfino le minacce di Forza Nuova perché nel mio presepe si raccoglievano le firme per dare la cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia. Per me viene prima l’accoglienza della fede religiosa”.

Il sottosegretario Toccafondi: la dirigente ha sbagliato
“Rifiutare al sacerdote la benedizione pasquale delle aule, come ha fatto la dirigente scolastica di una scuola materna del Pisano, a mio giudizio è un grave errore. Non è così che si favorisce l’integrazione, non è rinnegando le proprie radici che ci si apre agli altri”. Così il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, commenta, in una nota, quanto accaduto a Perignano.

“Qui si tratta di un malinteso senso di laicità – osserva Toccafondi -. Un vero dialogo con chi appartiene a tradizioni culturali diverse si può impostare solo facendo vivere e incoraggiando le tradizioni più profonde della nostra comunità. Mi ha molto colpito, in positivo, che una mamma musulmana della scuola di Perignano non ha condiviso il divieto imposto dalla scuola, mostrando sensibilità e ragionevolezza”.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

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