Roberto, il maggiore, Carmine e Ferdinando, gemelli, saranno ordinati venerdì dall’arcivescovo Moretti. Con loro altri 11 giovani. «Vocazione nata dall’Adorazione eucaristica nella nostra comunità»
,La sera del 28 giugno si vivrà nella Cattedrale dei Santi Matteo e Gregorio Magno a Salerno un appuntamento che non può passare inosservato. Quattordici giovani dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno verranno ordinati sacerdoti dall’amministratore apostolico, l’arcivescovo Luigi Moretti. Anche per una Chiesa locale come quella salernitana che, nonostante la contrazione delle vocazioni, è riuscita annualmente a ricevere in dono novelli presbiteri, il numero degli ordinandi è di tutto riguardo.
Ma le particolarità non si esauriscono nel numero. C’è la storia di tre fratelli, di cui due gemelli, che nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, insieme agli altri undici diventeranno preti.
È Carmine che racconta dello stupore di una scoperta. «Ho sempre custodito nel cuore e nella testa il seme che il Signore aveva posto in me. Lo hanno coltivato i miei genitori con il loro stile educativo improntato a una fede autentica e a principi solidi. Quando anche Ferdinando disse di volersi incamminare verso il sacerdozio non fui sorpreso. Lo fummo entrambi, invece, quando capimmo che il fratello maggiore, Roberto voleva diventare prete. Il primo a incamminarsi è stato lui, poi l’anno successivo toccò a me e a Ferdinando».
«Siamo di un piccolo paese di circa seimila abitanti, Bracigliano, nel quale il 2010 si intraprese l’Adorazione eucaristica perpetua con la speciale intenzione di chiedere che dei giovani rispondessero alla chiamata del Signore. La preghiera traccia il solco e non rimane mai inascoltata e così, con l’insistenza dei fedeli, c’è stato l’exploit. Noi abbiamo solo offerto la disponibilità e Dio ha fatto il resto».
Queste le parole di Roberto,riporta Avvenire, mentre descrive la sua vita di ordinario studente universitario laureando in lingue. Roberto, Carmine e Ferdinando hanno iniziato la loro formazione presso il Seminario metropolitano “Giovanni Paolo II” circa sette anni fa affidandosi al rettore don Gerardo Albano e agli altri educatori. E insieme si sono lasciati plasmare dalla Parola di Dio di cui sono innamorati. «Quelli della formazione sono stati anni molto belli – sottolineano i tre fratelli –, certo con qualche difficoltà dovuta alla condivisione di tutto con altri giovani in cammino, che all’inizio sembra difficile ma poi diventa naturale e bella. Ora tutti e quattordici siamo un gruppo affiatato, ci vogliamo bene e non comprendiamo perché tutti vogliano parlare solo di noi tre. Non siamo un fenomeno, siamo come gli altri e, senza gli altri, non saremmo arrivati da nessuna parte». Hanno ragione, quella sacerdotale è una grande famiglia. Così Alfonso Basile, Emmanuel Castaldi, Agostino D’Elia, Umberto D’Incecco, Bartolomeo De Filippis, Antonio Del Mese, Emanuele Ferraro, Giovanni Galluzzo, Emmanuel Intartaglia, Raffaele Mazzocca, e Giuseppe Roca assieme a loro saranno un’unica benedizione per tutta la Chiesa salernitana.
Di Alfonso d’Alessio per Avvenire.it
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