LAZIO – ROMA – Si svolgerà giovedì 22 gennaio, nella parrocchia di San Policarpo, la veglia ecumenica promossa dalla diocesi di Roma. La liturgia – nel cuore della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che sarà chiusa dal Papa domenica 25 con la celebrazione dei vespri a San Paolo fuori le Mura alle 17.30 – coinvolgerà i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti a Roma e si svolgerà nella parrocchia dell’Appio Claudio a partire dalle 18.30. Sarà presieduta dal vescovo Giuseppe Marciante, ausiliare per il settore Est, mentre la liturgia della Parola sarà celebrata da monsignor Siluan Span, vescovo della Chiesa ortodossa romena in Italia. Durante la celebrazione, i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane di Roma compiranno gesti di unità ispirati alla simbologia dell’acqua e di Cristo “fonte viva”, perché proprio l’acqua sarà il filo conduttore di tutta la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Per l’occasione, la comunità ecumenica Taddeide ha preparato un sussidio intitolato “Dammi un po’ d’acqua da bere”, ispirato proprio all’episodio dell’incontro tra Gesù e la Samaritana al pozzo di Giacobbe (Gv 4,7).
“Questa veglia di preghiera – annuncia monsignor Marco Gnavi, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, che la organizza – sarà un’occasione felice per rafforzare i legami di fraternità che stringono insieme cattolici, ortodossi, evangelici e anglicani. La Samaritana al pozzo ha vissuto molti fallimenti. Ma Gesù può trasfigurare la vita di questa donna rendendola testimone del Vangelo. Nel mondo globalizzato tutti gli uomini rischiano di essere periferici. Questa richiesta carica di fiducia, ‘Dammi da bere’, invece, ci riporta al centro. Il dialogo al pozzo ci porta a scoprire che l’acqua che ci disseta è Gesù stesso. In questo modo torniamo tutti al centro dell’esperienza cristiana attraverso l’incontro e il dialogo con Gesù, che è vera fonte di salvezza”. Per la parrocchia di San Policarpo ospitare la veglia “è una risposta alla propria vocazione pastorale”, afferma il parroco don Alessandro Zenobbi, che spiega: “Abbiamo sempre fatto una veglia di preghiera per l’unità ma per un periodo abbiamo interrotto questa abitudine. Poi, due anni fa, abbiamo fatto richiesta di ospitarla perché, in fondo, l’ecumenismo è nel dna della nostra comunità”. Fonte: Agensir