Martire del I secolo, originario di Aribazos in Siria seconda. Secondo la tradizione il santo, passando un giorno ad Apamea, un’antica città che si trovava nei pressi del fiume Oronte, rimproverò i pagani che adoravano i loro idoli. Su richiesta del vescovo si adoperò per edificare ad Apamea una chiesa in onore della Santissima Trinità, ma non fece in tempo a realizzare l’opera perché fu assalito e ucciso dai pagani: aveva appena vent’anni.
Il corpo di Antonino fu smembrato e seppellito in una caverna, sulla quale il vescovo fece costruire una basilica dedicata al santo, che però nel VII secolo fu distrutta. Le reliquie del martire sarebbero quindi state portate in Francia per poi essere spostate in Spagna a Palencia e a Pamiers. In quest’ultima città la popolazione venera Antonino come santo locale. Per questo motivo il martire è conosciuto anche con il nome di sant’Antonino di Pamiers. (Avvenire)
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Ad Apamea in Siria, sant’Antonino, martire, che, scalpellino, si tramanda sia stato ucciso a vent’anni dai pagani per avere abbattuto, a motivo della sua ardente fede, i loro idoli.
La ‘passio’ del martire è andata persa, ma quelle notizie che rimangono nei ‘sinassari’, sono sufficienti per ricostruire il racconto della sua vita.
Antonino nacque ad Aribazos nella Siria Seconda; scalpellino di mestiere, passando un giorno in una località vicino Apamea di Siria, antica città posta sul fiume Oronte, rimproverò i pagani che adoravano i loro idoli, (siamo nel I secolo); trascorse due anni presso un anacoreta di nome Teotimo ritornando poi presso Apamea, qui rivelando uno zelo che rasentava l’imprudenza, entrò nel tempio frantumando gli idoli, provocando così l’ira dei pagani, che lo percossero.
Il vescovo di Apamea (questa città fu sede vescovile sin dal I secolo) gli chiese di costruire un chiesa in onore della SS Trinità, ma dopo aver iniziato il lavoro fu assalito dai pagani che si ritenevano offesi dalla sua sfuriata e l’uccisero, aveva solo vent’anni.
Un altro ‘sinassario’ racconta che il corpo di Antonino fu dapprima smembrato e poi sepolto in una caverna ad Apamea, il vescovo della città fece costruire sulla stessa caverna, una basilica a lui dedicata, la quale fu poi distrutta da Cosroe II re di Persia († 628) nel VII secolo; questa basilica era già nota nel 518, menzionata negli atti di un Concilio della Siria.
Da qui la storia di s. Antonino finisce e comincia quelle delle sue reliquie che sarebbero state portate da un certo Festo nella Noble-Val in Francia, dopo la distruzione di Apamea avvenuta nel 540 ad opera di Cosroe I di Persia; dalla Noble-Val alcune reliquie passarono a Pamiers e altre ancora trasferite a Palencia in Spagna.
Col passare del tempo gli abitanti di Pamia (Pamiers) perduta la memoria della traslazione da Apamea, videro in Antonino un santo locale, discendente di re dei Goti, diventato prete, che evangelizzò Tolosa ed altre città e ritornato a Pamiers fu ucciso dai concittadini; questa credenza ha fatto sì che il martire viene chiamato anche s. Antonino di Pamiers.
Tutti i ‘martirologi’ e ‘sinassari’ antichi lo riportano nei loro elenchi in date diverse; quello ‘Romano’ seguendo il ‘Geronimiano’ lo cita al 2 settembre, ma anche al 3.
Autore: Antonio Borrelli