Sabato 20 giugno – Devo solo godere di te

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: « Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena ». Matteo 6,24-34.

Un cuore solo. Per un amore solo.
Una vita sola. Per un padrone solo.
Una sola fede. Per un Dio solo.

A te la mia vita.
A te il mio corpo.
Nutrila.
Vestilo.
Amami.

Mi sento come erba di fronte ad un giglio.
E invece sono più bella di un giglio.
Più ricca di un Salomone.
Perché sono nelle tue mani.

Sei tu l’essenziale.
Sei tu il necessario.
Sei tu che devo cercare.
Prima di tutto.
Prima di tutti.
Non c’è nulla di cui abbia bisogno che tu non conosca, che tu non mi abbia già dato.
In abbondanza.
Devo solo godere di te.
Preoccuparmi di te.
Occuparmi di te.
Amare te.
Solo questo.
Solo te.
Ora, qui.
Questo giorno.
Questo momento.

Di Don Mauro Leonardi

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