Sabato 27 febbraio – Solo l’amore salva. La legge soffoca.

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi:Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». Luca 15,1-3.11-32. 

Se non mangi con chi ti sta vicino.
Non gli sei vicino.

Se non ti siedi a tavola con lui.
Non gli sei vicino.

Se non entri nella sua casa.
Non lo stai accogliendo.

Se vuoi dire qualcosa a qualcuno.
Entra e siediti nella sua casa.

Se vuoi che qualcuno ti ascolti.
Mangia accanto a lui.

O dai la tua vita o non hai dato nulla.

Nessuno è mai indegno di tornare a casa.
Se è casa, è amore.
E nessuno mai è indegno di essere amato.
L’amore fa degne, nuove, tutte le vite.

Sono tornata da te con la bocca che sapeva di carrube, con gli occhi che sapevano di stalla, con la vita che sapeva di porci.
E mi hai abbracciata.
Così come ero.
Così come puzzavo.
Perché non c’è acqua che possa lavar via lo sporco che ho dentro e fuori.
Solo il tuo amore lava via.
Solo le tue braccia mi vestono da regina.
Solo la tua casa sazia il mio desiderio di vita.

Non essere gelosa di me, tu che hai tutto.
Scambiamoci le vite.
Dammi la tua vita sempre bella.
Ti darò la mia vita tornata bella.

Tu fai festa alle mie miserie.
Perché sono mie.
Non ti piace il mio peccato.
Ma ti piaccio io.
Solo l’amore salva.
La legge soffoca.
L’amore è legge per la vita.
La legge è regola per la vita.
Voglio una vita con l’amore come legge.
Non si può vivere una vita regolata.
Solo da amati si vive.

Di Don Mauro Leonardi

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