Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino». Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Matteo 9,35-38.10,1.6-8
Come fai a percorrere tutte le strade?
Ad entrare in tutte le città e i paesi?
Come fai a camminare ed insegnare?
Come fai a camminare ed annunciare?
Come fai a fermarti uno ad uno?
Uno lo guarisci.
Uno lo metti in piedi.
E allo stesso tempo uno sguardo per tutti.
Ciascuno e tutti.
Vedi la malattia, ma vedi anche la solitudine.
Vedi l’infermità ma vedi anche la stanchezza interiore.
Come fai?
Ecco come fai.
Compassione e preghiera.
Le tue gambe le muove l’amore.
La tua bocca l’apre la compassione.
Le tue mani le muove la misericordia.
E quando non ci arrivi.
Preghi.
Preghi pure tu.
Che amore grande che sei.
Ti amo
Ti amo
Amo questo amore mio.
Che non conosce sosta.
Che cammina e parla.
Che parla e si interrompe per guarire.
Che guarisce e guarda tutta la folla, ogni singola persona.
Che aspetta che le rialzi.
Che le consoli.
Che le guarisci.
Ti amo.
Ti amo.
Amo questo amore mio che arriva dove può.
Fin dove ce la fa.
Perché il suo cuore può amare tutto.
Ma ha due gambe, come me.
Ma due mani, come me.
E pure lui si ferma, si deve fermare, davanti alla stanchezza di tanti, al dolore di tanti.
E fa come me.
Prega e chiede preghiere.
Dio mio, amore mio.
Io ci sono.
Sono con te.
Con le tue gambe.
Con il tuo cuore, con le tue mani, con il tuo sguardo.
Chi ama davvero non è padrone delle vite altrui.
Non fa il padrone.
Chi ama davvero da tutto quello che ha.
Gambe, mani, cuore, sguardi.
E poi si ferma.
E chiama.
E dona.
E invia.
Perché chi ama davvero non vuole essere il primo ma l’ultimo.
Perché chi ama davvero non comanda ma serve.
E da servitore, entra.
E da servitore, parla.
E da servitore, tocca.
E, allora, così, nella mia casa, nella mia vita, nel mio cuore, nelle mie braccia.
Entra l’amore.
E regna su tutto.
L’amore non è mai proprietà di qualcuno.
Anche se è Dio.
Anche se è tutto.
L’amore passa di città in città.
Di strada in strada.
Di mano in mano.
Di cuore in cuore.
L’amore non ha mai un nome solo.
Ne ha 12.
Ne ha tanti quanti il Signore ne manderà.
Ne ha tanti quanti ne chiederemo.
L’amore non ha una strada da percorrere.
Ha delle pecore da trovare
Dove sono?
Sono disperse?
Cercale.
Quella è la strada dell’amore. La tua strada
Quello è il luogo dove vai.
Non hai una meta.
Ti fermi nelle strade che percorri.
Ti fermi se c’è morte, per dare vita.
Ti fermi se c’è malattia, per dare salute.
Ti fermi se c’è guerra, peccato, il demonio in persona, per dare quello che è.
Amore.
Vita.
Pace.
Bene.
Che desiderio.
Mi colpisce, amore mio.
Ogni giorno che parti.
Ogni sera che torni.
Che non aspetti che vengano a bussarti.
Mi colpisce, amore mio.
Che sei tu che vai.
Sei tu che entri in ogni città.
Sei tu che percorri ogni strada.
Sei tu che ti pieghi accanto ad ogni malato, ad ogni indemoniato, ad ogni morto.
Non dai udienza.
Ma arrivi tu.
Arrivi tu dentro.
Dentro la mia vita.
Dentro il mio dolore.
Dentro la mia morte.
Mi colpisce amore mio.
Che per amare non fai tutto da solo.
Non ti basta il tuo cuore per amare.
Ne vuoi 12, 100, tutti.
Eletti e dispersi.
Tutti.
Pure quelli che incontrerai e che incontreremo per strada.
Mi colpisce, amore mio.
Che dai tutto quello che hai.
Ogni potere.
Dal tuo cuore al mio.
Dalle tue mani alle mie.
Dalla tua bocca alla mia.
Gratis.
Amore.
Gratis.
Mi colpisci e mi innamori.
Di Don Mauro Leonardi