Venuta la sera, i suoi discepoli scesero al mare e, saliti in una barca, si avviarono verso l’altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.Giovanni 6,16-21.
Ci sono dei momenti.
In cui sono con gli altri.
In cui si fa sera.
In cui è ora di tornare.
Si sale.
Si va.
Si cerca di evitare incidenti.
È buio.
Fa freddo.
C’è il vento forte.
Il mare è agitato.
Tanta fatica.
Stanchezza.
Buio, fuori e dentro di me.
Tutto agitato, fuori e dentro di me.
Tu non ci sei.
Ti penso ma non basta.
Se manchi a lungo ho paura di non riconoscerti.
Ho paura che non mi troverai.
Che brutta cosa la paura, la tristezza.
Mi fanno dimenticare che tu fai del mare, terra.
Di una tempesta, una passeggiata.
Non mi devo mai dimenticare di alzare la testa.
Tu, se non ci sei, è perché stai arrivando.
Affrontare la notte.
Affrontare la tempesta.
Rimanere unita agli altri.
Rimanere sulla barca.
Continuare a remare.
Continuare ad attendere.
E prendere a bordo tutto, tutti.
Anche chi mi spaventa.
Perché se sei tu, ti farai riconoscere.
E io voglio riconoscerti.
Avvicinati, amore mio.
Avvicinati.
Anche se a volte mi fai paura.
Di Don Mauro Leonardi