Don Ragheed Ganni: martire dei nostri giorni
“È stato un martire dell’Eucaristia, continuando a celebrare la Messa anche durante la persecuzione” il ricordo di don Basa.
Il 3 giugno del 2007 a Mosul, terroristi dello Stato Islamico uccisero dopo la messa il 35enne parroco della chiesa caldea dello Spirito Santo, don Ganni, minacciato da mesi, insieme a tre giovani diaconi.
Il ricordo
Don Ragheed Ganni, è stato ucciso il 3 giugno 2007; appena conclusa la messa della domenica dopo Pentecoste, nella sua parrocchia dello Spirito Santo a Mosul, viene seguito da terroristi dell’Isis all’uscita della chiesa e ammazzato insieme a tre giovani diaconi Basman Yousef Daud, Wahid Hanna Isho, e Gassan Isam Bidawed.
I killer poi collocano attorno ai loro corpi delle auto cariche d’esplosivo, perché nessuno possa avvicinarsi. Solo a tarda sera, la polizia di Mosul riesce a disinnescare gli ordigni e a raccogliere i corpi.
Davanti agli assassini: “Non posso chiudere la casa di Dio”
Alcuni testimoni raccontano che al capo del gruppo di fuoco che si rivolse a lui prima di sparare, dicendogli: “Ti avevo detto di chiudere la chiesa, perché non l’hai fatto?” il giovane prete rispose: “Non posso chiudere la casa di Dio”.
“I terroristi – aveva detto don Ragheed nel 2005 al Congresso eucaristico italiano di Bari – pensano di ucciderci fisicamente o almeno spiritualmente, facendoci annegare nella paura. Per le violenze dei fondamentalisti contro i giovani cristiani, molte famiglie sono fuggite. In tempi tranquilli si dà tutto per scontato e si dimentica il grande dono che ci è fatto. Attraverso la violenza del terrorismo, noi abbiamo scoperto che l’Eucaristia, il Cristo morto e risorto, ci dà la vita. E questo ci permette di resistere e sperare”.
Chiusa nel 2019 la fase diocesana per la beatificazione
Ragheed era nato a Karemlesh il 20 gennaio 1972. Laureato in ingegneria all’università locale nel 1993, dal 1996 al 2003 aveva studiato teologia a Roma all’Università Pontificia San Tommaso d’Aquino, conseguendo la licenza in teologia ecumenica. Oltre all’arabo, parlava correntemente italiano, francese e inglese. Era corrispondente dell’agenzia internazionale “Asia News”, del Pontificio Istituto Missioni Estere. Il 22 aprile 2017, nella celebrazione in memoria dei nuovi martiri nella Basilica di San Bartolomeo a Roma, Papa Francesco ha indossato la stola rossa di don Ganni. Il primo marzo 2018 la Congregazione per le Cause dei Santi ha approvato l’avvio della causa di beatificazione per lui e i suoi diaconi, chiesta dal vescovo caldeo di Detroit monsignor Francis Kalabat. Il 27 agosto 2019 si è chiusa la fase diocesana della causa. La Chiesa caldea ne fa memoria accanto al loro vescovo, monsignor Paulos Faraj Rahho, rapito il 29 febbraio 2008 e e trovato senza vita due settimane dopo.
Fonte Vatican News