Italiae et Ecclesia

Sacerdoti cari, ritornate a occuparvi di noi!

C’è stato un tempo in cui le anime sapevano da chi andare quando naufragavano nel peccato, adesso non è più così.
Si, è vero cari sacerdoti, siete ormai pochi e siete stanchi, le persone non vi ascoltano più e dopo tutti gli scandali successi forse anche vi evitano.

Così siete stati costretti a rinchiudervi nel vostro guscio, dal quale uscite solo se necessario. L’ultima arma che avete è quella della misericordia, perché pensate che forse un’immagine di bontà e mitezza possa indurre i fedeli ad ascoltarvi.
 
Ma i fedeli sono alla deriva, non lo vedete o pastori della Santa madre Chiesa? Noi siamo immersi nel mondo e come possiamo correggere le nostre vie se voi accondiscendete ad ogni nostra deviazione dalla stretta via del Vangelo?
Noi desideriamo confessarci bene, non ci piace uscire dal confessionale con lo scrupolo di non aver detto bene tutto quello che c’era da dire…d’accordo, Gesù è misericordioso, ma è anche Giudice Giusto e se non ci date nemmeno il tempo di elencare i peccati e dimostrare che ne siamo pentiti, come possiamo pensare di aver fatto una buona confessione?
E per favore, non costringeteci a ricordarvi dell’atto di dolore e della penitenza: il primo va recitato sempre e la penitenza, pur commisurata al peccato commesso, va data anche per i peccati veniali, non sono pur questi dei peccati?




Vi prego, tornate ad ammonirci, tornate ad ammaestrarci, tornate a ricordarci l’orrore del peccato e quanto sia necessario evitarlo! L’inferno è un dogma di fede, giusto?



Quanto ci ferisce la profanazione dell’Ostia Santa, vedere il Corpo di Cristo distribuito sulle mani e da “ministri speciali” perchè voi volete concludere la Messa prima. Noi non abbiamo fretta, perché mentre voi la distribuite, noi ringraziamo Gesù per il dono che ci ha fatto e non ne avremmo mai abbastanza.

E le vostre prediche? Lo so, non è facile prepararle, ma un tempo il Santo Curato d’Ars tuonava dal pulpito e non era facile nemmeno per lui!
“Si, ma lui era un santo”, mi rispondete. Ma secondo voi a noi fa piacere ascoltare un sermone teologico con termini incomprensibili per mezz’ora o qualche semplice parolina che esca dal cuore e che ci raggiunga fino a farci riflettere e cambiare vita?
Parlate semplice, non usate paroloni, non li capiamo.

Siate misericordiosi con noi, ma quando serve siate anche severi, come faceva un certo San Pio da Pietralcina!
Insegnateci il rispetto per la Santa Eucarestia e rispettatela voi in primis, che solo le mani consacrate tocchino nostro Signore.

Perdonate lo sfogo, ma noi vi amiamo ed anche se è strano che un figlio corregga il genitore, può darsi che amare significhi anche indicare la strada giusta.
Tornate ad essere “curati”, pastori in cura d’anime, tornate a tuonare dai pulpiti, tornate ad essere i nostri pastori.
Ne abbiamo disperatamente bisogno: restate con noi, si fa sera.



Redazione Papaboys (Fonte www.veniteadme.org)

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