Ci avviciniamo a Pasqua e in questo periodo il tema della veridicità della Sacra Sindone torna sempre di attualità.
Abbiamo già parlato dei diversi studi che nel corso degli anni hanno supportato la sua veridicità oltre al fatto che i segni esteriori che riporta siano coerenti con quanto raccontato nei Vangeli.
L’ultima notizia a proposito riguarda uno studio pubblicato di recente su Peertechz, che sembrerebbe confermare i fatti presentati nei Vangeli. La ricerca ha coinvolto l’Università degli Studi di Padova in collaborazione con l’Ospedale di Padova. Giulio Fanti, professore dell’Università di Padova e relatore dell’articolo, ha illustrato per Il Mattino di Padova alcuni dei risultati del suo lavoro.
La datazione della Sindone
Prima di tutto il professor Fanti sostiene i risultati degli studi del 1986 di Wilson e Miller riguardo la datazione della Sindone: «Questo studio ci conferma la piena autenticità del lenzuolo, databile al primo secolo dopo Cristo».
Le tracce di sangue sulla Sindone
Inoltre lo studio delle tracce di sangue ha evidenziato che :«alcune sostanze presenti al suo interno quali la creatinina, la ferritina e la biliverdina, possono confermarci che la Sindone avvolse un uomo a lungo torturato: il nostro corpo le rilascia solo se in stato di particolare sofferenza, ed è impensabile che siano state aggiunte chimicamente a posteriori perché la conoscenza e lo studio di questi meccanismi sono cosa recente».
La provenienza del tessuto
Ulteriori esami hanno inoltre fornito evidenza riguardo la provenienza del tessuto della Sacra Sindone: probabilmente si tratta dell’India, a suggerirlo sono le polveri rimaste intrappolate nelle maglie del lenzuolo.
La posizione del corpo
A un primo sguardo la figura impressa sulla Sindone sembrerebbe incompatibile con una reale figura umana. Invece lo studio condotto a Padova mostra come le proporzioni dell’immagine siano coerenti con quelle del corpo di uomo alto 1.80m morto crocifisso e avvolto nel lenzuolo qualche ora dopo il suo decesso. Infatti la postura – conservatasi rigida a causa del rigor mortis – è quella che i condannati erano costretti ad assumere durante la crocifissione.
Il professore va anche oltre: «Possiamo dichiarare con assoluta certezza che la Sindone avvolse il corpo di un uomo crocifisso perché l’immagine che si è impressa, rimasta intatta nella rigidità della morte, è proprio quella della posizione assunta nella crocifissione. Il calco rende l’idea in modo molto chiaro. Non solo: non possiamo dire, dal punto di vista scientifico, che quest’uomo fosse Gesù Cristo, ma possiamo dire che fu prima crocifisso e poi, diciamo, risorto. Ci sono segni così particolari, ancora oggi non del tutto spiegabili dalla scienza, che fanno pensare a una smaterializzazione».
Grazie ai dati e alle informazioni raccolte dagli studiosi sulla Sacra Sindone, il maestro Sergio Rodella è stato in grado di progettare e poi realizzare un modello realistico tridimensionale del corpo che era avvolto nel lenzuolo. Il risultato del lavoro si può vedere in questo video.
.
.
Il più grande artista è Gesù di Nazaret, se la Sindone di Torino è un suo autoritratto di natura miracolosa. Al suo interno contiene la perduta o forse solo nascosta Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Tramite la somiglianza del volto contenuto nell’immagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale, Niccolò Piccinino della Tavola Doria che della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento, riproduce La lotta per lo stendardo. I geni hanno un intelligenza simile nel metodo, producono opere analoghe, e hanno un volto somigliante nella maturità. L’autoritratto di Leonardo ricorda il volto sindonico. Cfr. ebook/kindle. “La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci: analisi iconografica comparata”.