San Gimignano si prepara alla solenne concelebrazione liturgica per ricordare la vita spirituale della beata delle torri Santa Fina
SAN GIMIGNANO — Oggi, Domenica 12 Marzo, San Gimignano festeggia la sua santa patrona con la Messa celebrata dall’Arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani in Duomo alle ore 11.
Ricorre infatti la morte della santa che salì in cielo all’età di soli 15 anni dopo aver trascorso cinque anni della sua vita in penitenza sopra una tavola di legno nella cantina della sua abitazione.
Il miracolo che la tradizione racconta è che dopo la sua morte fiorirono le viole in tutto il paese toscano.
Le celebrazioni si svolgeranno con la partecipazione dell’amministrazione comunale che offrirà il Cero Votivo.
Per i bambini, poi, la tradizionale benedizione sempre in Duomo alle 17.
CONOSCI LA VITA DELLA PICCOLA SANTA FINA?
Nata nel 1238 da due nobili decaduti di San Gimignano, Iosefina (Fina) mori giovanissima, 15enne, nel 1253. Colpita a dieci anni da una grave malattia che la immobilizzò, fu esempio di vita cristiana per chi la visitava. Il dolore della santa fu aumentato, oltretutto, dalla morte della madre. Al momento del trapasso di Fina le campane della città suonarono senza che nessuno le azionasse, narra il suo biografo, il domenicano Giovanni del Coppo, attento più alla devozione che alla storia. Il culto si diffuse subito anche per i molti miracoli avvenuti sulla tomba. Dichiarata patrona della cittadina toscana, in suo onore fu costruito un ospedale. Nel 1457 il Consiglio del Popolo decise la realizzazione di una splendida cappella nella collegiata. (Avvenire)
Martirologio Romano: Nella città di San Gimignano in Toscana, beata Fina, vergine, che fin dalla tenera età sopportò con invitta pazienza una lunga e grave infermità confidando solo in Dio.
Nata da Cambio ed Imperia, nobili decaduti, a san Gimignano nel 1238, Fina (abbreviazione di Iosefina) ebbe una vita breve, ma religiosamente molto intensa. A dieci anni di età fu colpita da una gravissima malattia che la costrinse a letto impedendole qualsiasi movimento. Ad accrescere il dolore si aggiunse la perdita della madre.
Col corpo piagato diede ai visitatori esempio di pazienza, insegnando loro il culto della Passione del Signore e la devozione alla Regina dei martiri.
Si spense il 12 marzo 1253, festa di s. Gregorio Magno, di cui era devota e dal quale avrebbe avuto l’annuncio della morte; al momento del trapasso le campane di San Gimignano suonarono a festa senza che mano alcuna toccasse le corde. Questi particolari si trovano nella sua biografia scritta al principio del sec. XIV dal domenicano Giovanni del Coppo, più con intenti pii e devoti che storici.
Il culto per s. Fina fu molto vivo fin dagli inizi anche per i numerosi miracoli che avvenivano al suo sepolcro. Fu eletta patrona della città; in suo onore fu costruito un ospedale; nel 1457 il Consiglio del Popolo deliberò la costruzione della magnifica cappella che si può ancora ammirare nella collegiata.
Redazione
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