Pax et Justitia

San Francesco d’Assisi viveva così la Santa Pasqua…

La Pasqua è, per San Francesco, l’occasione per cantare la vittoria del Signore sulla morte attraverso il dono della vita.

Nell’Ufficio della Passione, Francesco dedica un salmo intero a questa celebrazione della vittoria del Signore. Il Poverello invita noi tutti a cantare il canto nuovo dell’Agnello immolato e risorto. La Pasqua è, per Francesco, il giorno della Parusìa, ossia della manifestazione gloriosa del Signore risorto e della sua splendida bellezza.

San Francesco, come Gesù, essendo l’alter Christus, seduce gli uomini e le donne d’ogni tempo. Il suo ascendente, ancora oggi, non è quello del mercante convertito, del penitente o del povero che soffre, né del mistico stigmatizzato. C’era una preoccupazione inquieta, nonché una freschezza e una spontaneità incomparabile, nelle parole di fra Masseo che, incontrando il Poverello, gli chiese: «Perché a te, perché a te, perché a te?

Santo Francesco risponde: “Che è quello che tu vuoi dire?”. Disse frate Masseo: “Dico, perché a te tutto il mondo viene dirieto, e ogni persona pare che desideri di vederti e d’udirti e d’ubbidirti? Tu non se’ bello uomo del corpo, tu non se’ di grande scienza, tu non se’ nobile; onde dunque a te che tutto il mondo ti venga dietro?”»[1].

Ci spiega il senso autentico della Bellezza

Francesco ci spiega il senso autentico della Bellezza – ossia della Pasqua –, quella che salverà il mondo. Non è bello ciò che piace, né tale è la forma perfetta o la simmetria tra le parti. È bello ciò che riconcilia, ciò che dona pace. La Pasqua, infatti, è l’inizio di un mondo nuovo, riconciliato, reso più fraterno. Francesco era bello, ed è bello, perché è un uomo riconciliato, è una creatura pacificata che pacifica

.

D’altronde il Cristo risorto è colui che per la prima volta chiama i discepoli “fratelli” e dona loro la “pace” e lo “Spirito”, Il canone della Bellezza non è estetico ma soteriologico: è bello ciò che ci salva, ciò che mi dona la vita per sempre. E, per Francesco, il volto del Crocifisso-Risorto è l’unico sguardo più bello che egli abbia mai incontrato. La Bellezza da lui cantata è la forma dell’Amore-crocifisso. La Pasqua, per Francesco, è partecipare della bellezza del Signore Gesù, Crocifisso-Risorto, che più non muore ma che continua a donarci la sua vita nell’Eucaristia e a custodire i nostri cuori nella pace e nella riconciliazione.

Auguriamoci, per questo tempo di Pasqua, di diventare tutti più belli, splendenti nel volto, perché segnati sulla fronte e nel cuore dal sangue dell’Agnello, il Crocifisso-Risorto. A Pasqua nasce la nuova fraternità, nasce la Chiesa, fatta di persone che si sentono amate e riconciliate con Dio e tra di loro per mezzo di Gesù Cristo, il Vivente.

[1]ivi 10: FF 1838.

Tratto www.sanfrancescopatronoditalia.it – Edoardo Scognamiglio

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