San Francesco fugge dalle tentazioni del diavolo gettandosi nella neve alta
Ecco il racconto di quando San Francesco si trova nell’eremo dei frati di Sarteano (Siena) e per sconfiggere le tentazioni si getta nella neve. Il desiderio di stare con una donna gli fa inscenare la costruzione di alcuni pupazzi di neve, marito, moglie, figli e domestica come ad indicare a se stesso che cedere a quella tentazione comporta responsabilità come sostenere e mantenere una famiglia. Questo evidenzia come il santo pensi alle conseguenze.
La storia
Nell’eremo dei frati di Sarteano il maligno, che sempre invidia il progresso spirituale dei figli di Dio, ebbe addirittura questa presunzione. Vedendo che il Santo attendeva continuamente alla sua santificazione, e non tralasciava il guadagno di oggi soddisfatto di quello del giorno precedente, una notte, mentre pregava nella sua celletta, lo chiamò per tre volte:
“Francesco, Francesco, Francesco”.
“Cosa vuoi?“.
E quello: “Nel mondo non vi è nessun peccatore, che non ottenga la misericordia di Dio, se pentito. Ma chiunque causa la propria morte con una penitenza rigida non troverà misericordia in eterno“.
Il Santo riconobbe subito, per rivelazione, l’astuzia del nemico, come cercava di indurlo alla tiepidezza. Ma, cosa crederesti? Il nemico non tralasciò di rinnovargli un altro assalto. Vedendo che in tale modo non era riuscito a nascondere il laccio, ne prepara un altro, cioè uno stimolo carnale. Ma inutilmente, perchè non poteva essere ingannato dalla carne, chi aveva scoperto l’inganno dello spirito. Gli manda dunque il diavolo, una violentissima tentazione di lussuria.
Appena il Padre la nota, si spoglia della veste e si flagella con estrema durezza con un pezzo di corda. “Orsù, frate asino,–esclama–così tu devi sottostare, così subire il flagello! La tonaca è dell’Ordine, non è lecito appropriarsene indebitamente. Se vuoi andare altrove, va’ pure”.
Ma poichè vedeva che con i colpi della disciplina la tentazione non se ne andava, mentre tutte le membra erano arrossate di lividi, aprì la celletta e, uscito nell’orto, si immerse nudo nella neve alta. Prendendo poi la neve a piene mani la stringe e ne fa sette mucchi a forma di manichini, si colloca poi dinanzi ad essi e comincia a parlare così al corpo:
“Ecco, questa più grande è tua moglie; questi quattro, due sono i figli e due le tue figlie; gli altri due sono il servo e la domestica, necessari al servizio. Fa’ presto, occorre vestirli tutti, perchè muoiono dal freddo. Se poi questa molteplice preoccupazione ti è di peso, servi con diligenza unicamente al Signore“.
All’istante il diavolo confuso si allontanò, ed il Santo ritornò nella sua cella, glorificando Dio.
Un frate di spirito, che allora attendeva alla preghiera, osservò tutto, perchè splendeva la luna in cielo. Ma, quando più tardi il Santo si accorse che un frate l’aveva visto nella notte, molto spiaciuto, gli ordinò di non svelare l’accaduto a nessuno, fino a che fosse in vita.
Fonte sanfrancescopatronoditalia.it/Roberto Pacilio