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San Francesco: PACE E BENE A TE! (13 Ottobre 2018)

San Francesco: PACE E BENE A TE!

La nuova rubrica quotidiana dedicata alle parole e alla vita di San Francesco, un modo per entrare nella spiritualità francescana e vivere nella pace di Dio e nell’umiltà di Nostro Signore.

Ogni giorno un testo, una preghiera o un fioretto tratto dalla vita del “poverello di Assisi”.

Gesù nostro Signore vi benedica!

San Francesco e i Fioretti (Capitolo XVI)

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Ecco come santo Francesco fece il terzo Ordine e predicò agli uccelli e fece stare quete le rondini

Come santo Francesco,
ricevuto il consiglio di santa Chiara
e del santo frate Silvestro,
che dovesse predicando
convertire molta gente,
e’fece il terzo Ordine
e predicò agli uccelli
e fece stare quete le rondini.

San Francesco
L’umile servo di Cristo santo Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, avendo già raunati molti compagni e ricevuti all’Ordine, entrò in grande pensiero e in grande dubitazione di quello che dovesse fare: ovvero d’intendere solamente ad orare, ovvero alcuna volta a predicare, e sopra ciò disiderava molto di sapere la volontà di Dio.

Però che la santa umiltà, ch’era in lui, non lo lasciava presumere di sé né di sue orazioni, pensò di cercarne la divina volontà con le orazioni altrui.

Onde egli chiamò frate Masseo e dissegli così: «Va’a suora Chiara e dille da mia parte ch’ella con alcune delle più spirituali compagne divotamente preghino Iddio, che gli piaccia dimostrarmi qual sia il meglio: ch’io intenda a predicare o solamente all’orazione. E poi va’a frate Silvestro e digli il simigliante».

Quello era stato nel secolo messere Silvestro, il quale avea veduto una croce d’oro procedere dalla bocca di santo Francesco, la quale era lunga insino al cielo e larga insino alla stremità del mondo; ed era questo frate Silvestro di tanta divozione e di tanta santità, che di ciò che chiedea a Dio, e’impetrava ed era esaudito, e spesse volte parlava con Dio; e però santo Francesco avea in lui grande divozione.

Andonne frate Masseo e, secondo il comandamento di santo Francesco, fece l’ambasciata prima a santa Chiara e poi a frate Silvestro. Il quale, ricevuta che l’ebbe, immantanente si gittò in orazione e orando ebbe la divina risposta, e tornò a frate Masseo e disse così:

«Questo dice Iddio che tu dica a frate Francesco: che Iddio non l’ha chiamato in questo stato solamente per sé, ma acciò che faccia frutto delle anime e molti per lui sieno salvati».

Avuta questa risposta, frate Masseo tornò a santa Chiara a sapere quello ch’ella aveva impetrato da Dio. Ed ella rispuose ch’ella e l’altre compagne aveano avuta da Dio quella medesima risposta, la quale avea avuta frate Silvestro.

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Questo ritorna frate Masseo a santo Francesco, e santo Francesco il ricevè con grandissima carità, lavandogli li piedi e apparecchiandogli desinare. E dopo ’l mangiare, santo Francesco chiamò frate Masseo nella selva e quivi dinanzi a lui s’inginocchia e trassesi il cappuccio, facendo croce delle braccia, e domandollo: «Che comanda ch’io faccia il mio Signore Gesù Cristo?». Risponde frate Masseo:

«Sì a frate Silvestro e sì a suora Chiara colle suore, che Cristo avea risposto e rivelato che la sua volontà si è che tu vada per lo mondo a predicare, però ch’egli non t’ha eletto pure per te solo, ma eziandio per salute degli altri».

Allora santo Francesco, udito ch’egli ebbe questa risposta e conosciuta per essa la volontà di Cristo, si levò su con grandissimo fervore e disse: «Andiamo al nome di Dio». E prende per compagno frate Masseo e frate Agnolo, uomini santi.

Andando con empito di spirito, sanza considerare via o semita, giunsono a uno castello che si chiamava Savurniano . E santo Francesco si puose a predicare, e comandò prima alle rondini che tenessino silenzio infino a tanto ch’egli avesse predicato.

Le rondini l’ubbidirono. Ed ivi predicò in tanto fervore, che tutti gli uomini e le donne di quel castello per divozione gli volsono andare dietro e abbandonare il castello; ma santo Francesco non lasciò, dicendo loro:

«Non abbiate fretta e non vi partite, ed io ordinerò quello che voi dobbiate fare per salute dell’anime vostre». E allora pensò di fare il terzo Ordine per universale salute di tutti

Lasciandoli molto consolati e bene disposti a penitenza, si partì quindi e venne tra Cannaio e Bevagno.

E passando oltre con quello fervore, levò gli occhi e vide alquanti arbori allato alla via, in su’quali era quasi infinita moltitudine d’uccelli; di che santo Francesco si maravigliò e disse a’compagni:

Voi m’aspetterete qui nella via, e io andrò a predicare alle mie sirocchie uccelli». E entrò nel campo e cominciò a predicare alli uccelli ch’erano in terra; e subitamente quelli ch’erano in su gli arbori se ne vennono a lui insieme tutti quanti e stettono fermi, mentre che santo Francesco compiè di predicare, e poi anche non si partivano infino a tanto ch’egli diè loro la benedizione sua.

Secondo che recitò poi frate Masseo a frate Jacopo da Massa, andando santo Francesco fra loro, toccandole colla cappa, nessuna perciò si movea. La sustanza della predica di santo Francesco fu questa:

«Sirocchie mie uccelli, voi siete molto tenute a Dio vostro creatore, e sempre e in ogni luogo il dovete laudare, imperò che v’ha dato la libertà di volare in ogni luogo; anche v’ha dato il vestimento duplicato e triplicato; appresso, perché elli riserbò il seme di voi in nell’arca di Noè, acciò che la spezie vostra non venisse meno nel mondo, ancora gli siete tenute per lo elemento dell’aria che egli ha deputato a voi.

Oltre a questo, voi non seminate e non mietete, e Iddio vi pasce e davvi li fiumi e le fonti per vostro bere, e davvi li monti e le valli per vostro refugio, e gli alberi alti per fare li vostri nidi.

Con ciò sia cosa che voi non sappiate filare né cucire, Iddio vi veste, voi e’vostri figliuoli. Onde molto v’ama il vostro Creatore, poi ch’egli vi dà tanti benefici; e però guardatevi, sirocchie mie, del peccato della ingratitudine, e sempre vi studiate di lodare Iddio».

NOVENA A SAN FRANCESCO

Dicendo loro santo Francesco queste parole, tutti quanti quelli uccelli cominciarono ad aprire i becchi e distendere i colli e aprire l’alie e riverentemente inchinare li capi infino in terra, e con atti e con canti dimostrare che:

’l padre santo dava loro grandissimo diletto. E santo Francesco con loro insieme si rallegrava e dilettava, e maravigliavasi molto di tanta moltitudine d’uccelli e della loro bellissima varietà e della loro attenzione e famigliarità; per la qual cosa egli in loro divotamente lodava il Creatore.

Compiuta la predicazione, santo Francesco fece loro il segno della Croce e diè loro licenza di partirsi e allora tutti quelli uccelli si levarono in aria con maravigliosi canti, e poi secondo la Croce ch’avea fatta loro santo Francesco si divisono in quattro parti.

L’una parte volò inverso l’oriente, e l’altra parte verso l’occidente, e l’altra parte verso lo meriggio, e la quarta verso l’aquilone.

Ciascuna schiera n’andava cantando maravigliosi canti; in questo significando che come da santo Francesco gonfaloniere della Croce di Cristo era stato a loro predicato e sopra loro fatto il segno della Croce, secondo il quale egli si divisono in quattro parti del mondo;

La predicazione della Croce di Cristo rinnovata per santo Francesco si dovea per lui e per li suoi frati portare per tutto il mondo; li quali frati, a modo che gli uccelli, non possedendo nessuna cosa propria in questo mondo, alla sola provvidenza di Dio commettono la lor vita.

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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