Un libro che non desidera rivoluzionare la storiografia accumulatasi sul celebre personaggio, né tenta di ribaltare le infinite interpretazioni circolanti sul suo conto e sul movimento religioso da lui nato. Piuttosto Marini offre un’indagine che si sviluppa esaminando con nuove attenzioni le fonti, partendo tra l’altro dal lavoro compiuto negli anni Novanta dell’Ottocento da Paul Sabatier, studioso che ne fece un problema metodologico fondamentale: «Tutte le fonti sono di parte; ma per lo storico sono più “pericolose” quelle che celano la loro partigianeria di quelle che la manifestano apertamente».
Insomma è preferibile l’Historia septem tribulationum Ordinis Minorum di Angelo Clareno (prima del 1330) alla Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio (1263). Questa biografia è stata dunque scritta tenendo conto della gerarchia delle fonti ed evidenziando, per esempio, le nuove scoperte, tra cui un’altra Vita di Tommaso da Celano, resa nota tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Certo, sono registrate le tensioni tra Francesco e i frati o le malattie che lo tormentarono, soprattutto negli ultimi due anni («… sicuramente già da tempo soffriva di fegato, di milza e di stomaco e al ritorno dall’Oriente si portò dietro un’affezione agli occhi che alla fine lo rese quasi cieco»).
Le stimmate sono trattate con attenzione e vi sono, anche in tal caso, attente analisi delle fonti; si ricordano i silenzi o il fatto che Francesco desiderasse tenerle segrete. Il libro, insomma, è una biografia che non dà nulla per scontato e mette il lettore in condizione di avvicinarsi a una materia che fa parte dell’immaginario ma non è conosciuta, anzi sovente viene fraintesa. Anche l’episodio che narra il celebre incontro tra i primi seguaci, Francesco e papa Innocenzo III è presentato realisticamente: sono indicate le diverse fonti e si valuta il loro numero (non superava la dozzina); inoltre è noto che il pontefice non rilasciò nulla di scritto e ci fu un’approvazione orale, di cui «non si hanno tracce in documenti della Curia romana, ma solo qualche testimonianza in opere di autori non francescani».
Marini ricorda infine quanto scrisse il cronista inglese Ruggero di Wendover, benedettino di Sant’Albano, che nei Chronica del suo monastero lasciò una variante: Innocenzo III lo ricevette, ma visto il suo aspetto, lo invitò a rivoltarsi nel fango insieme ai maiali, cui assomigliava, offrendo regola e predicazione appunto ai porci. Francesco obbedì e si presentò imbrattato, suscitando commozione nel pontefice. Che, invitatolo a ripulirsi, accolse la sua richiesta.
Il santo di Assisi resta uno dei più amati e il suo esempio è evocato nei momenti topici della storia della Chiesa. Conoscerlo esaminando attentamente le fonti significa anche saper valutare con i giusti mezzi taluni fatti sui quali si è aggiunta non poca fantasia (Armando Torno – Sole 24 Ore)
A cura di Redazione Papaboys fonte: San Francesco Patrono d’Italia
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