Italiae et Ecclesia

San Giuseppe ci accompagna a Betlemme: leggi la meditazione per l’Avvento e recita la supplica!

Meditazione per il tempo di Avvento su San Giuseppe

San Giuseppe, l’uomo dal cuore libero che si fidò di Dio..

Leggiamo insieme:

Vivere con semplicità e obbedire con amore agli inviti e ai comandi di Dio rende l’uomo saggio e stimato dagli altri uomini. Chi vive così fa tutto con naturalezza e spontaneità, come fosse il modo più ovvio e chiaro, quasi l’unico, di esistere!

Ed egli sa che tutto ha origine da Dio, e che di Dio è il merito della bontà e della riuscita di ogni pur piccola opera. Mi verrebbe da arrossire – non dico di vergogna, ma come di una menzogna palese involontaria – quando qualcuno mi ringrazia o mi loda per qualche parola o per qualche azione che ho compiuto. lo l’ho fatto solo per obbedienza a Dio, perché ho trovato la Sua Sapienza molto opportuna e vera, e gli uomini si fermano a guardare a me, a lodarmi. Quasi come se uno facesse il monumento al martello e allo scalpello dello scultore di un’opera d’arte.

Sento di rubare qualcosa a Dio, ma non posso fare nulla! Talvolta non si può nemmeno parlare, bisogna tacere e lasciar credere che, sì, è merito mio! Solo nel profondo del cuore porto il segreto, lodo il Signore, Egli che unico è capace di aprire gli occhi miei, e altrui a riconoscere quanto viene da Lui, anche se tramite le mie mani o la mia bocca.

A Giuseppe dev’essere successo così. Riceveva gli elogi di tutti: egli, falegname, padre di un bambino adorato dagli angeli, dai pastori, dai re magi, temuto da Erode!

Riceveva gli elogi, riceveva stima e onore.

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Ed egli poteva solo arrossire. Non poteva dire a nessuno quanto egli solo sapeva. A nessuno poteva dire l’opera dello Spirito Santo. Egli stesso non l’aveva capita ragionando, ma solo per dono divino giuntogli nel sonno, mentre le sue facoltà riposavano. Egli capiva la preghiera che il suo popolo ripeteva spesso « dono di Dio sono i figli » e « il Signore riempie di beni i suoi amici nel sonno ». Egli non aveva fatto proprio nulla, non aveva nemmeno scelto il nome per il figlio. Anche questo gli è stato donato nel sonno! Nessuno lo sa. Egli non può dirlo ad alcuno. Egli riceve la lode degli uomini, lode ingiusta. Quella lode per lui è memoria della sua croce, dell’ultimo posto che occupa, della continua rinuncia che gli è chiesta.

E’ anche memoria della sua scelta di obbedienza totale a Dio. E’ richiamo a quanto Dio ha potuto compiere tramite i suoi ripetuti « sì » alla Sua Volontà, tramite la sua continua e completa disponibilità.

L’Avvento con San Giuseppe

Ecco, l’unica cosa, l’unico merito di Giuseppe: ha solo detto sì nel suo cuore. Ha solo ubbidito.

Non ha merito di aver preso qualche iniziativa, né di aver avuto intelligenza per pensare qualche soluzione ai problemi né di aver trafficato talenti particolari di furbizia o di potenza. Non si dice nemmeno se abbia avuto capacità speciali di preghiera.

L’unico suo merito è di aver avuto il cuore libero da sue iniziative, pronto per quelle di Dio. Un cuore disponibile, abbandonato del tutto e per sempre alla Volontà sapiente di Dio. Egli forse sapeva, comunque credeva che Dio era più interessato di se stesso alla propria vita, e si fidava. Dio stesso era interessato alla vita della sua sposa, ed egli si fidava. Dio stesso era interessato alla vita del figlio appena nato: gli aveva suggerito il nome addirittura. E Giuseppe sente che la fiducia che Dio gli accorda – a lui, uomo – è così grande, e non la merita di certo. Un unico atteggiamento gli rimane possibile: essere ancor più decisamente abbandonato e ubbidire senza indugi. Lo chiamò Gesù!

Gli uomini che mi lodano un giorno capiranno. Quando Gesù sarà cresciuto ai loro occhi, o meglio i foro occhi si apriranno a vederlo e contemplarlo, allora ridimensioneranno tutto e vedranno la realtà. Allora capiranno che io sono uomo come loro ed essi come me. Ma allora potranno anch’essi rendersi disponibili alla voce di Dio e preoccuparsi solo di realizzare la Parola che esce dalla Sua bocca. Quando capiranno che il dono ricevuto da Giuseppe è stata una croce per lui, e quando vedranno che la sua croce è stato il dono più grande che avesse potuto ricevere, allora il loro cuore e la loro bocca si aprirà alla lode di Dio. Allora il loro cuore e le loro mani si offriranno all’abbandono ai cenni di Dio. Solo allora capiranno che l’uomo non ha bisogno d’esser lodato, che l’uomo di Dio arrossisce come per un’ingiustizia e una menzogna se riceve onori. E che questi sono solo tentazione e croce per lui.

Ma intanto non posso dir nulla. Solo invocare la luce con grande misericordia su tutti gli uomini perché arrivino a ricevere e pronunciare con amore solo quel Nome: Gesù.

Fonte: www.preghiereagesuemaria.it – Autore: di Don Vigilio Covi

Antica preghiera a San Giuseppe:

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