Lo strumento della rete non va demonizzato, bensì utilizzato nel migliore dei modi nell’ambito di una crescita personale, sociale e professionale. In più giovedì 12 febbraio Casa Sanremo Lancôme, l’hospitality del Festival firmata dal Consorzio Gruppo Eventi, che sostiene una serie di progetti per il sociale, ha fatto da cornice all’incontro con i soggetti attivamente coinvolti in Una vita da social e nel Safer Internet Centre Generazioni Connesse per sensibilizzare i ragazzi, i genitori e gli insegnanti su un uso corretto e responsabile del web e dei social network.
Per l’occasione abbiamo fatto qualche domanda a Roberto Surlinelli, Direttore Tecnico Capo Della Polizia di Stato a Genova. Oltre a lui erano presenti il Direttore Affari Istituzionali di Facebook Italia Laura Bononcini, Marzia Calvano in rappresentanza del Miur e Daniele Grassucci, responsabile di Skuola.net.
Vuole illustrarci l’iniziativa?
«Durante il Festival, siamo alla seconda edizione, presentiamo il progetto Una vita da social, una campagna itinerante della Polizia di Stato di prevenzione. Prevede un truck allestito ad aula multimediale, con cui raggiungiamo 40/50 ragazzi alla volta. Facciamo una chiacchierata di circa un’ora e mezza sull’utilizzo consapevole di Internet. È tipicamente orientato agli alunni delle scuole medie, ma poi abbiamo incontrato alcune elementari e superiori. A Sanremo ne facciamo 4/5 al giorno: 4 al mattino nel truck più uno al Palafiori 3 pomeriggi su 5, quindi sicuramente qualche centinaio di ragazzi ogni giorno. Se vogliamo educare i giovani, dobbiamo noi stessi adulti – famiglia e scuola – conoscere gli ambienti frequentati e l’incontro di oggi è un’occasione».
Tre consigli, che ritiene fondamentali.
«I messaggi che noi diamo ai giovani per renderli consapevoli sono pochi, ma importantissimi. Il primo è che Internet non è virtuale, ma reale, quindi giustamente li portiamo a ragionare sulle conseguenze delle loro azioni sul web, visto come mondo reale: quello che fai lascia sempre una traccia. Secondo, quando viene pubblicato qualcosa resta per sempre e se ne perde il controllo, che sia un’immagine, un commento o qualsiasi cosa. Cerchiamo di farli ragionare su questo: Internet ha una memoria indelebile. Dopodiché un altro aspetto su cui battiamo molto è la comunicazione che avviene su Internet: non essendoci il contatto diretto con l’interlocutore, chiunque può dire di essere chiunque. Io sono un uomo, posso dire di essere una donna, una bambina, una ragazza. I ragazzi spesso non pensano a questa possibilità, perché non hanno esperienza. Abbiamo feedback molto positivi, ci fanno tantissime domande e ci seguono».
Parliamo del diritto all’oblio in rapporto ad Internet.
«Diciamo che, purtroppo, non c’è la possibilità di censurare Internet e tutto il materiale diventa di difficile rimozione. Anche per noi Forze di Polizia risulta non dico impossibile, ma estremamente difficile rimuovere contenuti da Internet per tutta una serie di motivi. Il principale è che Internet non ha territorialità, per cui dipende da dove sono ubicati i server, non tutte le nazioni hanno le stesse leggi. È ovvio che, se una notizia finisce su un server di un Paese estero in cui ci sono maglie un po’ più larghe nella legislazione, diviene difficilissimo rimuoverla. Quindi, se ho avuto pubblicata un’immagine non proprio consona e faccio un colloquio di lavoro, rischio di non essere assunto. Se riesco a stabilire: tu hai pubblicato quell’immagine e mi hai cagionato questo danno, posso rivalermi e chiedere il risarcimento. Se, poi, la notizia viene rimossa, ma era stata indicizzata da Google, magari andando a cliccare il link è negativo, però restano le 3/4 righe indicizzate. Posso provare a rivolgermi al motore di ricerca, ma devo fare tutta una serie di passaggi, che non sono semplici».
C’è o ci sarà a breve un po’ più di chiarezza a livello legislativo?
«La giurisprudenza è veramente vastissima in Italia con mille eccezioni. Noi dobbiamo eseguire le leggi, non possiamo entrare in merito al fatto che una legge sia giusta o meno. Possiamo segnalare magari se ci sono dei vuoti o degli aspetti da approfondire, quello sì e sicuramente se ne parla. Il diritto all’oblio come tema è caldo e c’è parecchio dibattito. Per la natura stessa di Internet non sarà facile conciliare diritto di cronaca, diritto all’oblio, la possibilità di cancellare immediatamente informazioni: sicuramente è una grossa sfida e bisognerà rimanere sintonizzati per vedere come andrà a finire».
Anna Castellana
Fonte. Mentelocale.it
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