Santa Chiara: la bambina che ha seguito San Francesco abbracciando Cristo e la povertà
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d’Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall’esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo, la sera della Domenica delle Palme del 1211 o 1212, fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il Santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di San Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa.
Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l’Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà».
Il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le dà una nuova regola che attenua la povertà, ma lei non accetta sconti: così Ugolino, diventato papa Gregorio IX (1227-41) le concede il “privilegio della povertà”, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253, presentata a Chiara pochi giorni prima della morte. Austerità sempre. Però “non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito”. Così dice una delle lettere (qui in traduzione moderna) ad Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, severa badessa di un monastero ispirato all’ideale francescano.
Chiara le manda consigli affettuosi ed espliciti: “Ti supplico di moderarti con saggia discrezione nell’austerità quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata“. Agnese dovrebbe vedere come Chiara sa rendere alle consorelle malate i servizi anche più umili e sgradevoli, senza perdere il sorriso e senza farlo perdere.
Il 17 febbraio 1958 è dichiarata da Pio XII santa patrona della televisione e delle telecomunicazioni. Secondo una tradizione, infatti, il giorno di Natale, nella messa servita da Francesco, non c’era Chiara, poiché costretta a letto a causa della sua infermità. Volendo partecipare comunque alla celebrazione, le cronache raccontano che le apparve una visione della messa e, al momento della comunione, le si presentò innanzi un angelo che le diede la possibilità di comunicarsi all’ostia consacrata.
Chiara si distinse per il culto verso l’Eucarestia. Per due volte Assisi venne minacciata dall’esercito dell’imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni. Chiara, in quel tempo malata, fu portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l’esercito, a quella vista, si dette alla fuga. Questo avvenimento viene ricordato e festeggiato solennemente ogni anno ad Assisi con la “festa del voto” delle clarisse, il 22 giugno.
Fonte Famiglia Cristiana
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