Le fonti in cui possiamo trovare conferma dell’esistenza dei messaggeri divini sono innanzitutto i testi sacri (le creature angeliche sono citate diverse volte nella Bibbia), ma anche le esperienze personali e i diari dei santi.
Santa Faustina nel suo Diario ne parla spesso: racconta del suo rapporto col suo angelo custode, che in diverse occasioni ha avuto la possibilità di vedere; ma accenna anche ad esperienze riguardanti altri angeli, tra cui san Michele Arcangelo, a cui era molto devota.
Fattore comune di queste pagine è la serenità con cui parla degli spiriti celesti, la sua costanza nel pregarli, la fiducia che riversa in loro e la gratitudine: “Ringraziai Dio per la Sua bontà, dato che ci dà degli angeli per compagni” (Quad. II, 630). Sono pagine che trasmettono una grande speranza e in qualche modo anche rassicurazione ai lettori. Ma procediamo con ordine.
Santa Faustina ha la grazia di vedere diverse volte il suo angelo custode. Lo descrive come una figura luminosa e raggiante, sguardo modesto e sereno, con un raggio di fuoco che gli esce dalla fronte. è una presenza discreta, che parla poco, agisce e soprattutto non si distacca mai da lei. La Santa racconta diversi episodi a proposito e mi piace riportarne qualcuno: per esempio una volta, in risposta alla domanda fatta a Gesù “per chi pregare”, le compare il suo angelo custode che le ordina di seguirlo e la conduce in purgatorio.
Santa Faustina afferma: “Il mio angelo custode non mi abbandonò un solo istante” (Quad. I), a prova del fatto che i nostri angeli ci sono sempre accanto anche se non li vediamo. In un’altra occasione, in viaggio a Varsavia, il suo angelo custode si rende visibile e le tiene compagnia. In un’altra circostanza le raccomanda di pregare per un’anima.
Suor Faustina vive col suo angelo custode in intimo rapporto, lo prega e invoca spesso ricevendo da lui aiuto e sostegno. Ad esempio racconta di una notte in cui, infastidita da spiriti maligni, si sveglia e comincia “tranquillamente” a pregare il suo angelo custode. O ancora, nei ritiri spirituali prega “la Madonna, l’angelo custode e i santi patroni”.
Ebbene, secondo la devozione cristiana, tutti abbiamo un angelo custode assegnatoci da Dio fin dalla nostra nascita, che ci è sempre accanto e ci accompagnerà fino alla morte. L’esistenza degli angeli è una realtà sicuramente non tangibile, non dimostrabile con i mezzi umani, ma una realtà di fede. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo: “L’esistenza degli angeli – Una realtà di fede. L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione (n. 328). In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria (n. 330)”.
In tutta sincerità credo sia bello e tranquillizzante credere nella loro esistenza: avere la certezza di non essere mai soli, sapere che accanto a noi c’è un consigliere fedele che non urla e non ci ordina, ma “bisbiglia” consigli in pieno rispetto dello “stile” di Dio. Abbiamo accanto un aiuto che sicuramente interviene in nostro favore e provvidenzialmente in svariati momenti della nostra vita, anche se troppo spesso non ce ne accorgiamo: penso tutti vivano prima o poi situazioni di pericolo o necessità più o meno gravi, in cui inspiegabilmente accade qualcosa nel momento giusto e al posto giusto tale da aiutarci: beh, per noi cristiani sicuramente non si tratta di caso, non si tratta di fortuna, ma si tratta di interventi provvidenziali di Dio che probabilmente fa uso del suo esercito celeste. Ritengo sia giusto risvegliare le nostre coscienze, ritornare un po’ bambini perché no, e avere il santo timore di agire, ricordando che non siamo soli, ma che abbiamo accanto un testimone davanti a Dio delle nostre “marachelle”, delle azioni che sappiamo essere sbagliate. Santa Faustina afferma:
“Oh, quanto poco la gente pensa a questo, che ha sempre presso di sé un tale ospite e nello stesso tempo un testimone di tutto! Peccatori, ricordate che avete un testimonio per le vostre azioni!” (Quad. II, 630). Tuttavia, non ritengo che l’angelo custode sia un giudice: credo piuttosto sia davvero il nostro migliore amico, e quel “santo timore” dovrebbe semplicemente essere il nostro desiderio di non mancargli di rispetto con i nostri peccati, e il nostro desiderio che egli approvi le nostre scelte e azioni.
Nel Diario di santa Faustina, oltre ai numerosi eventi relativi all’angelo custode, si raccontano anche diversi avvenimenti riguardanti altre creature celesti. Questi angeli hanno “ruoli” e “gradi” diversi, alcuni rivelano alla Santa la loro identità, come per esempio san Michele Arcangelo.
Suor Faustina racconta di un episodio in cui uno spirito di grande bellezza va a consolarla in un momento difficile. Alla domanda su chi sia, gli risponde: “Uno dei sette spiriti che stanno giorno e notte davanti al trono di Dio e l’adorano senza posa “.
In un’altra occasione, mentre si trova a Varsavia, riferisce di vedere degli angeli per strada, un angelo fuori ogni chiesa, e tutti si inchinano dinanzi allo spirito che accompagna la Santa (lei lo definisce “uno dei sette spiriti”), che è più splendente degli altri (Quad. II, 630).
è significativo anche l’episodio in cui prega Gesù di difendere la portineria da malintenzionati (legati a tumulti rivoluzionari) e Gesù le dice: “Figlia mia, dal momento in cui sei andata in portineria, ho messo un Cherubino sulla porta, perché la sorvegli, sta’ tranquilla”. Allora santa Faustina vede una nuvoletta bianca, e in essa un Cherubino con le braccia conserte e sguardo lampeggiante. Lei capisce che nel suo sguardo arde l’amore di Dio (Quad. IV, 1271).
Ancora, racconta di un’altra circostanza in cui, essendo malata, le suore decidono di non farle ricevere la santa Comunione perché troppo affaticata. Ma lei, desiderosa di ricevere Gesù, prega ugualmente finché vede un Serafino che le pone la santa Comunione dicendo: “Ecco il Signore degli angeli”. Continua descrivendolo come una figura circondata da grande splendore, da cui traspare la divinizzazione e, ancora una volta, l’amar di Dio. La descrizione è abbastanza minuziosa: indossa. una veste dorata, con cotta trasparente e stola trasparente, e ha in mano un calice di cristallo coperto da un velo trasparente (Quad. V1,1676). Nel momento in cui lei chiede al Serafino se può confessarla, la risposta dell’angelo è a dir poco sorprendente: “Nessuno spirito celeste ha questo potere”. Questo può farci riflettere su quale grande compito di responsabilità Dio ha affidato ai sacerdoti: quello di poter rimettere i peccati ad altri uomini come loro.
Sebbene la vita di santa Faustina sia costellata di eventi soprannaturali e di manifestazioni celesti, ella afferma di avere una venerazione particolare per san Michele Arcangelo perché egli non ebbe esempi nel compiere la volontà di Dio e tuttavia eseguì fedelmente i suoi desideri. In diverse occasioni santa Faustina afferma di sentire la presenza di san Michele Arcangelo e di avvertire il suo aiuto: per esempio racconta di incontrarlo il giorno della sua festa (il 29 settembre), occasione in cui egli le confida: “Il Signore mi ha raccomandato di avere una cura particolare di te. Sappi che sei odiata dal male, ma non temere. Chi è come Dio? “.
Dunque la nostra vita quotidiana, satura di “concretezze” quali persone, oggetti, edifici, automobili… in realtà nasconde presenze discrete, non tangibili come le altre ma che partecipano ugualmente al succedersi degli eventi quotidiani che caratterizzano le nostre giornate: gli angeli. Conviviamo con loro anche se ignoriamo la loro presenza, o semplicemente ce la dimentichiamo… Credo sarebbe molto più fruttuoso per la nostra vita spirituale, ma anche per il nostro modo di vivere e di affrontare le situazioni, tenere a mente la loro presenza, per invocarli prontamente nei momenti di necessità ma non solo: anche per chiedere loro sostegno, consiglio, protezione, e ricevere quell’aiuto così sottile e discreto che solo le creature celesti più vicine a Dio sanno dare così bene.
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