Papa Francesco lancerà mercoledì prossimo durante l’udienza generale la Campagna di Caritas Internationalis “Share the Journey”, “Condividi il viaggio”. L’iniziativa che coinvolge tutte le Caritas del mondo vuole promuovere l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati attraverso la condivisione delle loro esperienze. Sugli obiettivi e le speranze di questa campagna, Alessandro Gisotti ha intervistato il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis:
R. – Per la Chiesa e specialmente per Caritas internationalis è un momento per ricordare non solo ai cristiani, ma a tutto il mondo, il mandato del Signore che ha sempre a cuore la gente più vulnerabile. Lo vediamo anche nell’Antico Testamento: le vedove, gli orfani e gli stranieri. Gesù Cristo nel Capitolo 25 del Vangelo di San Matteo dice: “Sono presente”. Il Signore è presente negli stranieri! Questo è l’obiettivo più profondo: obbedire al mandato del Signore. Questo obiettivo fondamentale si esprime nelle parole di Papa Francesco quando parla di accogliere, di proteggere, di promuovere lo sviluppo integrale umanitario di ogni migrante e di integrare i migranti in una nuova comunità. Questo è un approccio da seguire: umanizzare questo fenomeno della migrazione. I migranti non sono statistiche, non sono numeri, ma persone.
D. – Ci sono tante crisi umanitarie in questo periodo nel mondo. Perché “accogliere i migranti” è una priorità per Papa Francesco, per lei, card. Tagle, e per la Caritas Internationalis?
R. – La migrazione non è un nuovo fenomeno nel mondo. Guardando il mondo attraverso una prospettiva vera, la storia dell’umanità è una storia di migrazione! Però adesso ci sono fattori e fenomeni che hanno reso la migrazione “disturbante”: le nuove forme di schiavitù, l’uso dei social media per il cyber sesso, la vendita dei bambini … Noi vogliamo ricordare al mondo che c’è un’umanità che non è una questione astratta, ma una questione che riguarda la dignità della persona. E Papa Francesco, fedele alla Dottrina Sociale della Chiesa, mette al centro la dignità della persona. Lo stesso vale per la Caritas Internationalis: la Dignità di ogni persona.
D. – Abbiamo visto in questi anni costruire tanti muri tra le nazioni. Cosa si può fare per costruire ponti invece che muri?
R. – Prima di costruire i muri fisici, c’è un muro che è giù stato costruito: quello della mentalità. Questa campagna della Caritas è un appello alla conversione, al cambiamento di mentalità tramite gli incontri personali, perché quando incontriamo un migrante come persona, faccia a faccia, una di fronte all’altra, i miei occhi si aprono; non vedo solo una statistica o un numero, ma una persona vera che è un fratello, una sorella, un mio prossimo. Vedo forse la faccia dei miei genitori, di mio fratello, di mia zia, di mio zio … É in questo modo che comincia il cambiamento di mentalità: crolla il muro e si costruisce il ponte!
Fonte it.radiovaticana.va
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