Il primo tra gli storici francescani che esplicitamente ha tramandato notizie sulla vita di Liberato da Loro è stato fr. Mariano da Firenze, autore dello scomparso Fasciculus Chronicarum Ordinis Fratrum Minorum, manoscritto compilato sul finire del XV sec. Dalla penna dell’autore fiorentino sappiamo unicamente che … Liberato un tempo fu signore di Loro, ma rinunziando al titolo, alle ricchezze ed alla nobiltà terrena, divenne frate minore e fu tanto chiaro per virtù e miracoli, che il detto luogo (di Brunforte), cambiando il nome proprio, cominciò a chiamarsi San Liberato … .
Diversi documenti d’archivio consentono oggi di poter sostenere che fr. Mariano facesse riferimento alla famiglia di Rinaldo e di Gualtiero da Loro (Loro Piceno in prov. di Mc, diocesi di Fermo), sebbene dopo il 1227 potessero fregiarsi del titolo di signori di Loro anche Fildesmido da Mogliano, Baligano, Giberto e Corrado da Falerone.
L’entrata nell’ordine avvenne probabilmente durante il quarto viaggio di Francesco nelle Marche. Dal Celano e dal Wadding è noto infatti che il poverello, dopo aver predicato agli uccelli nei pressi di Bevagna, attraversò l’Appennino, passò per la città di Macerata e raggiunse Ascoli dove, predicando in piazza, convertì e ricevette nell’ordine 30 persone tra laici e chierici. Sulla via del ritorno, diretto a Camerino, Francesco giunse nei pressi di Sarnano, dove predicò a Roccabruna e ricevette nell’ordine un ricco e gentile cavaliere (Fioretti: cap. 37) ed il pensiero dei devoti non può che soffermarsi su Liberato da Loro; purtroppo il silenzio di fr. Ugolino da Montegiorgio, autore degli Actus b. Francisci et sociorum eius, unitamente a quello dei documenti, non ci consente di poterlo sostenere con ragionevole certezza. Alla scarsissime notizie sulla vita di Liberato da Loro si contrappone un’eccezionale fama di santità: ritenuto modello di perfetta osservanza della regola e del testamento di s. Francesco, i seguaci del poverello, appartenenti alla corrente degli Zelanti e degli Spirituali, che a seguito delle persecuzioni del ministro generale fr. Crescenzio da Iesi furono costretti a rifugiarsi negli eremi delle Marche, conservarono le sue spoglie mortali in una cappellina di proprietà dei signori di Brunforte, promulgandone il culto e la memoria. Liberato da Loro, identificato con il santo Anonimo di cui parlano i Fioretti di s. Francesco (cap. 47), morì nell’eremo di Soffiano dopo aver ricevuto il conforto della Madonna e di tre sante Vergini che gli apparvero insieme ad una moltitudine di angeli. Questo accadde circa un secolo prima che fr. Ugolino iniziasse la compilazione degli Actus, per cui deve ritenersi credibile la data indicata dal Wadding, il 1234.
Nel 1697 la Sacra Congregazione dei Riti, ritenendo che dietro la persona di Liberato da Loro potesse celarsi fr. Liberato da Macerata (il compagno di Angelo Clareno, scomunicato da Bonifacio VIII perché ritenuto il fondatore della setta dei fraticelli), ordinò il sequestro delle immagini che lo ritraevano giacente malato assieme a cori di angeli e con la Vergine Maria che gli somministrava del cibo, così come narrano i Fioretti (cap.47). L’equivoco venne chiarito da Benedetto XIV (Prospero Lambertini), allora avvocato concistoriale della Sacra Congregazione; il 2 settembre 1713, dalla basilica di s. Maria Maggiore in Roma, papa Clemente XI approvò ab immemorabili il culto di Liberato da Loro. Nel 1797 i frati Minori delle Marche ne promossero la causa di canonizzazione: purtroppo per l’ingerenza di alcune nobili famiglie, che ne rivendicavano la discendenza, e per l’ambizione dello storico ginesino Telesforo Benigni vennero falsificati alcuni documenti, fatto che indusse la Sacra Congregazione a voler vederci chiaro e a non esprimere alcun parere in merito. Della canonizzazione di Liberato da Loro non si parlò più. Nel 1868 d. Francesco Barbarossa di Monte san Pietrangeli, priore di Loro, e la curia generalizia dei frati Minori si adoperarono per la riapertura della causa di s. Liberato. Il 26 settembre, dietro richiesta del card. Filippo De Angelis, arcivescovo di Fermo, e del Ministro Generale, la Chiesa fermana e l’ordine ottennero congiuntamente il riconoscimento della Messa e dell’Ufficio in onore del santo. La sentenza, approvata da papa Pio IX, attribuiva a Liberato da Loro le virtù proprie del santo Anonimo di Soffiano, ricordato dagli autori francescani, e gli riconosceva l’aver professato in grado eroico la fede in Cristo fino al martirio bianco, conseguente alla vita penitente: circa un secolo prima tutto ciò sarebbe stato sufficiente per concludere positivamente la causa di canonizzazione. L’ordine dei frati Minori, la diocesi di Fermo e quella di Camerino celebrano la sua festa il 6 settembre.
Autore: Arnaldo Sancricca
Fonte: | | www.sanliberatodaloro.it |
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