R. – Ci sono 3.500 bambini intrappolati, senza cibo, senza medicinali; lo staff umanitario, i nostri colleghi sono sotto attacco e ci sono morti, feriti e rapiti. Tutta Yarmouk è ormai irraggiungibile per gli aiuti umanitari.
D. – Come mai sono bloccati? Da che cosa sono impediti?
R. – Ormai sono impediti da tutte le parti in questo conflitto. Sono stati sotto assedio per due anni. Ora c’è stata un’ultima incursione di uno dei gruppi ribelli, ma ormai i nostri colleghi ci dicono di essere sotto il fuoco di tutte le parti e cecchini e aerei si riversano, quindi, su questo piccolo campo profughi. Bisogna dire anche che i palestinesi sono i più vulnerabili in questo conflitto siriano, perché non hanno la possibilità di scappare e di andare in un altro Paese. Tutte le strade sono chiuse per i palestinesi della Siria e quindi la situazione è ancora più tragica e disastrosa.
D. – Come mai finora non si è fatto nulla e la comunità internazionale non ha mosso un dito per questi 3.500 bambini, ma non solo: ricordiamo medici, volontari, operatori umanitari e civili, che sono stati uccisi, rapiti o addirittura sono ancora dispersi …
R. – Questa è stata solo l’ultima tappa tragica in questa guerra, in questo conflitto. Le Nazioni Unite sono arrivate a delle risoluzioni che davano ottimismo, ma che poi nella realtà non hanno migliorato la situazione in Siria, anzi.
D. – Cosa debbono fare gli Stati, la comunità internazionale, per risolvere questo problema a Yarmouk adesso, immediatamente?
R. – La priorità immediata sarebbe un cessate-il-fuoco, che consenta di portare aiuti all’interno del campo; di fare evacuare i bambini e le famiglie che sono ferite; e di dare rispetto totale ai civili. Questa non è un’opzione, questo è un obbligo di tutte le parti che sono in conflitto: una soluzione diplomatica di questo conflitto. Quando i Paesi hanno avuto la volontà politica di dare tregue e cessate-il fuoco locali in Siria, è stato un successo. Quindi se c’è la volontà… E noi chiediamo a questi Paesi che ci sia la volontà, perché è una questione di umanità.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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