Il via libera al decreto della Ministra Lorenzin sulle vaccinazioni obbligatorie ha avuto il magico potere di resuscitare in siti, quotidiani, blog e sigle “cattoliche” di un certo orientamento, una caccia alle streghe di medievale memoria.
Dopo aver letto improbabili sintassi farcite di slogan come “decreto strappa figli“, “le lobbies farmaceutiche potranno pilotare tutto ma non i nostri pensieri”, “stato sanitario”; “soppressione della patria potestà” e così via, si rende noto che la produzione del vaccino contro la rosolia “è in connessione con atti di aborto procurato” oppure che la vaccinazione che previene il Papilloma virus “è come voler curare l’AIDS diffondendo il preservativo”.
L’Italia è un paese libero ed è giusto che ciascuno possa spiegare il proprio pensiero ma ci sono dei limiti. Di decenza prima, morali poi. E ciascuno dovrebbe saperli osservare perché l’antivaccinismo è molto pericoloso e la sua origine e ancora gran parte misteriosa composta com’è da molte fibre: alcune comprensibili, altre assurde. Le parole di questa intervista danno un’idea del problema: “Ci chiedono di essere buoni con tutti quelli che vengono dall’Africa, con i gay che vogliono i bambini, e con con i ladri che ci vengono a rubare in casa. Però i genitori che si rifiutano di fare un vaccino a dei bambini appena nati sono dei delinquenti, da escludere. Così si fanno praticamente delle leggi razziali, si crea un ghetto.”
Mi sembra davvero pericoloso perciò aggiungere a questa matassa già complicatissima da sciogliere, anche l’elemento religioso per la pura ricerca di visibilità, di potenziali voti futuri e di non so che altro.
I cristiani dovrebbero ricordarsi che il donatismo non solo è un’eresia ma secondo molti storici (per esempio Marta Sordi) è stato il vero movente delle persecuzioni di Marco Aurelio. Cos’è il donatismo? In sintesi è la posizione di coloro che non riconoscono che lo stato laico abbia una vera autorità sui propri cittadini, cristiani compresi. I donatisti volevano che i cristiani vivessero in opposizione al potere politico e Marco Aurelio perseguitò i cristiani – tutti, non solo i donatisti che ovviamente non distingueva dagli altri – perché pensava che l’essenza del cristianesimo fosse opporsi alla legittima autorità quando invece l’essenza del cristianesimo è il vangelo. Mentre però non si poteva pretendere da Marco Aurelio che conoscesse san Paolo e san Pietro sarebbe bene invece che quanti infarciscono i loro scritti di magistero (soprattutto di quello precedente a Papa Francesco) conoscano almeno il nuovo testamento. E che quindi arrivino a pensare che, fino a prova contraria, se un governo prende una decisione per la salute del paese lo fa proprio perché pensa alla salute del paese. E non perché è mosso da chissà quali torbidi interessi lobbistici e di parte.
Di don Mauro Leonardi
Articolo tratto da IlFaroDiRoma