Una storia difficile, ma ricca di speranza, quella del campione tedesco della Formula 1: dopo tanti mesi di preghiere e di apprensione finalmente la buona notizia che tutti aspettavamo: Michael Schumacher i in coma da sei mesi ormai, si è risvegliato.
Dalla paura alla speranza. A 169 giorni dall’incidente sugli sci a Meribel che lo aveva ridotto in fin di vita, Michael Schumacher è uscito dal coma in cui era sprofondato. Importante passo avanti verso un ritorno alla vita che ha convinto medici e familiari a trasferirlo dall’ospedale francese di Grenoble, dove era ricoverato dallo scorso 29 dicembre, in un Centro ospedaliero universitario del Vaud a Losanna nel quale il sette volte campione del mondo di Formula 1 proseguirà la sua lunga fase di riabilitazione.
Presentimenti e illazioni volte al peggio spazzate via dall’annuncio della storica portavoce dell’ex pilota tedesco, Sabine Kehm, che ha ridato fiato a tifosi e appassionati del mondo di motori che sognano di rivedere al più presto il loro idolo. E pensare che secondo quanto scrive la Bild «Michael riesce a comunicare con la moglie e i figli». Famiglia Schumacher che, dopo aver lasciato l’ospedale di Grenoble, ha voluto «ringraziare espressamente i medici, gli infermieri e l’amministrazione dell’ospedale di Grenoble, oltre ai primi soccorritori arrivati sul luogo dell’incidente. Tutti hanno fatto un lavoro lodevole in questi primi mesi». E ora che ad attendere il 45enne ex pilota sarà un’altro duro e lungo step, la sua portavoce torna a chiedere «a tutti di rispettare il fatto che la sua lunga fase di riabilitazione si svolga solo in un contesto privato».
Un pensiero alla moglie ed ai figli che da sei mesi sono in ansia per la vita di Michael. La gara più importante per la sua vita è questa e insieme alla preghiera e alla sua tenacia, a Dio piacendo, la vincerà.