Sono sempre più numerose le testimonianze di fedeli che, avendo chiesto aiuto alla Vergine Maria tramite titolo di “Maria che scioglie i nodi”, hanno ricevuto benefici e grazie spirituali. Molte persone hanno sperimentato concretamente lo “sciogliersi” di quei nodi che provocavano dolore e sofferenze e per i quali si sono rivolti a Maria chiedendo umilmente aiuto come ci si rivolge ad una madre amorosa e sollecita verso i propri figli in difficoltà.
La novena è una speciale preghiera che il fedele rivolge a Dio durante nove giorni consecutivi chiedendo l’intercessione particolare della Vergine Maria, di un santo patrono, degli arcangeli o degli angeli custodi. Si è anche soliti pregare le novene in preparazione alle grandi feste liturgiche come il Natale, la Pasqua, la Pentecoste, l’Immacolata o in prossimità di altre solennità importanti. L’origine di questa pratica devota fa riferimento ai nove giorni che trascorsero tra l’Ascensione e la Pentecoste, mentre i discepoli – secondo l’indicazione di Gesù – rimasero in preghiera in attesa dello Spirito Santo (Cfr. Lc 24,49; At 1,4). Il fedele che si presta ad iniziare una novena lo fa per chiedere aiuto a Dio in una particolare situazione di sofferenza per sé o per i suoi cari. Una novena molto diffusa è quella in suffragio dei defunti e in favore delle anime del purgatorio secondo una usanza che troviamo nell’Antico Testamento quando Giuda Maccabeo offrì con i suoi uomini un “sacrificio espiatorio” in riparazione dei peccati dei soldati caduti in battaglia (Cfr. 2Mac 12,38-45).
Quando l’allora cardinale Bergoglio iniziò a diffondere l’immagine di Maria che scioglie i nodi nella sua diocesi, fu il sacerdote argentino Juan Ramón Celeiro (parroco di San Juan Bautista nella periferia di Buenos Aires) che nel 1998 scrisse la prima novena a Maria che scioglie i nodi per i suoi parrocchiani ottenendo l’imprimatur dall’arcivescovato di Parigi nel 2008. La novena si diffuse lentamente in diversi paesi del mondo e oggi è tradotta in molte lingue e in differenti versioni. Tramite questa particolare novena si chiede l’intercessione di Maria affinché si possa sciogliere un particolare nodo che provoca grandi sofferenze. I nodi sono le piccole e grandi “croci” della vita, sono i peccati, le malattie del corpo e dello spirito, le situazioni di divisione, le difficoltà ad accettare la volontà di Dio, le difficoltà nella vita quotidiana (famiglia, lavoro, relazioni personali, disagi economici e sociali, ingiustizie e umiliazioni subite, incapacità di perdonare e di amare, ecc). Durante tutta la novena si pregherà affinché un particolare nodo si sciolga.
Che significato ha pregare una novena? Pregare la novena è un modo per seguire il consiglio di Gesù che invitava i discepoli a “pregare sempre senza stancarsi” (Lc 18,1) come la vedova importuna del Vangelo che, con grande insistenza, pregava al giudice di farle giustizia di fronte al suo avversario (cfr. Lc 18,1-8). Per fare questo, per una preghiera veramente efficace, sono necessarie umiltà, costanza e perseveranza assieme alla consapevolezza che Dio ascolta le preghiere del suo popolo. Con la parabola del fariseo e del pubblicano (Lc 189-14) Gesù indica l’umiltà come caratteristica essenziale della preghiera cristiana.
La preghiera della novena è strettamente legata alla preghiera del Santo Rosario, “compendio di tutto quanto il Vangelo” (Paolo VI, Marialis Cultus, 42): durante nove giorni consecutivi il fedele reciterà il Rosario assieme alle preghiere della novena a Maria che scioglie i nodi. Si inizia col Segno della Croce e l’atto di contrizione per chiedere perdono a Dio dei propri peccati e disporre l’anima alla preghiera. Poi si prega la “Supplica a Maria che scioglie i nodi” (si può anche recitare alla fine) e si inizia il rosario coi misteri corrispondenti al giorno della settimana. Dopo le prime tre decine (i primi tre misteri) del rosario si recita la preghiera “Meditazione del primo giorno” (poi del secondo, del terzo e così via…) e si continua con le ultime due decine del Rosario. Alla fine del quinto mistero si recita la “Salve Regina” e si conclude con una delle preghiere a Maria che scioglie i nodi presente nel libretto. Questo schema è una “traccia” per aiutare la preghiera e non una norma ferrea e immutabile, la pratica esteriore infatti non è importante come la disposizione interiore del fedele che può liberamente modellare la preghiera senza la paura di invalidare l’efficacia della devozione.
Nel pregare una novena è importante assumere l’atteggiamento giusto evitando due estremi opposti: la superstizione e la sfiducia. L’atteggiamento superstizioso è quello che porta a considerare la recita di una preghiera o un rito religioso come una pratica di tipo “magico” per ingraziarsi la divinità e piegarla alla propria volontà; la devozione diventa così uno strumento per tentare di convincere Dio ad assecondare le proprie richieste. E’ facile cadere in questo atteggiamento e – purtroppo – alcuni libretti di preghiere e di novene rischiano di scivolare anch’essi in questo pericolo proponendo al fedele una quantità esorbitante di preghiere, di formule, di gesti o di riti da compiere per il buon fine della novena (una pubblicazione francese arriva suggerire l’uso dell’incenso durante la preghiera personale della novena!). Il superstizioso è anche scrupoloso e non sarà soddisfatto pienamente se non riuscirà a recitare tutte le preghiere nei tempi e nelle modalità prestabilite: ne risentirebbe – a suo dire – la buona riuscita della novena ovvero la richiesta della grazie potrebbe essere disattesa da parte di Dio. Contro questo atteggiamento si schierarono già i profeti dell’AT che condannarono il culto esteriore a cui non corrispondeva una adesione di cuore ai precetto di Dio. Anche Gesù invitò la donna samaritana (Gv. 4, 1-42) a una preghiera “in spiritò e verità” al di là del luogo geografico scelto per il culto esteriore (Cfr. Gv 4, 23). Il superstizioso scambia il mezzo (la devozione) con il fine (la richiesta di grazia divina) rischiando di concentrarsi più sulla osservanza esterna che sul vero significato della preghiera. Il filosofo francese J. Guitton afferma a questo proposito: “Le nostre azioni religiose più autentiche sono minacciate di superstizione non appena subordiniamo il loro fine a ciò che è soltanto un mezzo” (J. Guitton, La medaglia miracolosa, p. 88). Quando la “lettera” prevale sullo “spirito” la preghiera diviene meccanica, tecnica e perde l’ampio respiro della supplica fiduciosa.
Il secondo atteggiamento da evitare è quello della sfiducia, del sospetto nei confronti della utilità di una novena, della devozione o della recita del rosario. Può succedere di pregare la novena con un cuore sfiduciato, recitando le preghiere senza darne la giusta importanza e pensando che, in fondo, non sia così efficace. Dubitare dell’efficacia della preghiera significa dubitare della forza dello Spirito Santo e – in ultima istanza – dell’amore misericordioso di Dio. Nei Vangeli Gesù non compie miracoli dove manca la fede (Mt 13, 58), ma a chi crede stravolge la vita, trasformando le situazioni di sofferenza e di morte con realtà nuove, radicalmente rinnovate, come disse alla sorella di Lazzaro: “Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?” (Gv. 11, 40).
San Bernardo si riferiva a Maria come “Stella del Mare” che guida e illumina il cammino di chi è nel pericolo e nelle tenebre. Le parole del santo abate di Chiaravalle ci aiutano a comprendere quanto è necessario, nei momenti “di tempesta”, pensare a Maria, guardare la stella ed invocare Maria.
O tu che, nell’ondeggiare delle vicende di questo mondo, più che camminare per terra, hai l’impressione di essere sballottato tra i marosi e le tempeste, non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella se non vuoi essere inghiottito dalle onde. Se soffiano i venti delle tentazioni, se t’incagli negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sbattuto dai cavalloni della superbia, dell’ambizione, della detrazione, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira, o l’avarizia o la concupiscenza della carne sembrano sconquassare la navicella del tuo spirito, guarda Maria. Se turbato dell’enormità dei tuoi peccati, confuso per la coscienza della tua turpitudine, atterrito al pensiero del tremendo giudizio di Dio, cominci a sentirti risucchiare dal baratro della tristezza, dall’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Maria ti sia sempre sulla bocca, sempre nel tuo cuore; e per ottenere l’aiuto della sua preghiera, non cessare di imitarne gli esempi. Seguendo lei, non andrai fuori strada, pregando lei non ti verrà meno la speranza, pensando a lei non sbaglierai. Se Maria ti regge, non cadrai, sotto la sua protezione non avrai timore, se essa ti guida non ti stancherai, se essa ti è propizia arriverai; e così sperimenterai in te stesso quanto a proposito sia stato detto: E il nome della Vergine era Maria.
Schema suggerito per la novena:
A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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