È quanto afferma in un comunicato ufficiale la Curia vescovile della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo nei confronti del gruppo denominato “Bambino Gesù di Gallinaro” o “Nuova Gerusalemme” che il 4 ottobre 2015, con atto notarile, si è costituito in organizzazione pseudo religiosa con il nome di “Chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme”. Il comunicato, firmato dai vicari generali monsignor Antonio Lecce e monsignor Fortunato Tamburrini, è stato reso noto domenica scorsa e, per disposizione del vescovo Gerardo Antonazzo, letto in tutte le chiese della diocesi al fine di salvaguardare il bene superiore della Chiesa e dei singoli fedeli.
La Nota rimarca che il gruppo in questione «è impegnato a diffondere in diverse località dottrine falsamente religiose e insegnamenti biblici distorti ed estranei alla verità dei testi sacri».
Richiamando una Notificazione della Curia diocesana del 9 ottobre 2001, che prendeva le distanze da ogni approvazione del suddetto fenomeno religioso, si ribadisce che «la posizione dottrinale di tale gruppo è dichiaratamente contraria alla fede cattolica, in quanto obbliga i fedeli a non frequentare i sacramenti, a disapprovare gli insegnamenti e la stessa autorità del Papa, a non avere relazioni con i sacerdoti e le rispettive comunità parrocchiali, a trasgredire la disciplina ecclesiastica».
A tutto questo si è aggiunto «il gravissimo abuso» della costituzione in nuova organizzazione, palesemente scismatica, «sottoposto all’esame della Congregazione per la Dottrina della fede, competente in materia» che ha chiesto alla diocesi di intervenire affinché «tutti i fedeli siano informati sugli errori dottrinali di tale atto scismatico e sulle conseguenze disciplinari canoniche che ne derivano».
Allo scopo di sottolineare la natura medicinale della gravissima sanzione della scomunica, il vescovo Antonazzo, avvalendosi delle sue facoltà, ha concesso a tutti i sacerdoti in servizio pastorale nella diocesi la facoltà di rimettere in foro interno, all’atto della celebrazione del sacramento della penitenza, la censura della scomunica latae sententiae a coloro che intendano.