“La nostra città è stata profondamente ferita dagli avvenimenti di sabato scorso. Una manifestazione che si presumeva e si sperava pacifica – come devono essere tutte le manifestazioni in una società che voglia dirsi civile e democratica – si è trasformata, secondo un disegno preventivamente architettato, in azioni di insensata violenza, che non si possono accettare e che vanno decisamente condannate”. Lo scrive in una nota, diffusa oggi, il vescovo di Cremona, monsignor Dante Lafranconi, in merito a quanto accaduto sabato 24 gennaio a Cremona, quando si è scatenata una guerriglia, che ha messo a ferro e fuoco la città. “La violenza non è mai espressione di libertà e nasconde una profonda incapacità ad esprimere il proprio pensiero nelle forme mature, che passano sempre attraverso il rispetto delle persone, dell’ambiente e degli ambienti in cui le persone vivono ed operano”, evidenzia il presule. Così “la manifestazione, nata come reazione ad una riprovevole aggressione subita da un cittadino, ha preso alla fine la stessa riprovevole strada della violenza fine a se stessa provocando danni a tanti cittadini e deturpando il volto della città”.
Monsignor Lafranconi – rifeisce l’Agenzia Sir – esprime “vicinanza” e “solidale riconoscenza alle Istituzioni, alle Forze dell’ordine e a quanti hanno sostenuto fatiche e rischi nel succedersi convulso degli avvenimenti di quel drammatico pomeriggio”. “Esprimiamo altresì la nostra vicinanza a tutti i commercianti e a tutti i cittadini che sono stati in qualche modo danneggiati – aggiunge il vescovo -. Quanto è accaduto è un’offesa alla città. Ne proviamo tristezza, prima ancora che sdegno. E ci sentiamo umiliati”. Il vescovo esprime un auspicio: “Possano questi avvenimenti – che ci auguriamo non si ripetano più – risvegliare in tutti un forte senso civico, in grado di favorire il concorde impegno della collettività nel perseguire il bene della convivenza civile attraverso la pratica di relazioni affidabili che mettano al bando ogni forma di egoismo e aggressività”. La figura di sant’Omobono, conclude, “ci ricorda che Cremona ha vissuto anche in passato transizioni segnate da conflittualità. Il suo esempio e la sua intercessione ci aiutino a operare generosamente per costruire una città abitabile nel rispetto reciproco secondo giustizia e carità”.