“L’importanza del tema dell’educazione, in riferimento alle sfide e alle prospettive poste dalla modernità e dal trapasso culturale in atto, è una priorità, anche se non da tutti compresa. Non ci sarà innovazione se l’educazione non sarà rimessa al centro dell’interesse e delle preoccupazioni delle persone, delle famiglie, della scuola, di tutta la società civile e quindi dello Stato stesso”.
È un passaggio dell’intervento – anticipato al Sir – che terrà oggi pomeriggio monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e segretario della Commissione episcopale per la scuola, l’università e l’educazione cattolica ai Laboratori sublacensi, promossi a Subiaco dalla Fondazione Sublacense Vita e Famiglia.
“La questione educativa e la post-modernità: riparte il progetto ‘la Chiesa per la scuola’ dopo l’incontro con Papa Francesco”, il tema affrontato nella relazione nella quale ha ricordato l’incontro con il Pontefice del 10 maggio scorso. “Il mondo cattolico – sottolinea il presule – ha dato sempre notevole importanza al tema della scuola e dell’educazione, come dimostra tra l’altro l’istituzione e la gestione di tante scuole cattoliche, nelle quali si vuole offrire una proposta autenticamente formativa, interessata alla crescita integrale di ogni persona secondo una visione ispirata al Vangelo”.
Facendo riferimento all’incontro del mondo della scuola con Papa Francesco, monsignor Pennisi evidenzia che “non rappresenta certo un momento chiuso in sé, ma piuttosto l’inizio di un ampio percorso di sensibilizzazione e mobilitazione, volto a rilanciare temi e problemi, sicuramente bisognosi e meritevoli di ulteriore riflessione”. Infatti, “l’educazione ha un carattere essenzialmente interpersonale e chiede di essere proposta come un’esperienza integrale e positiva della vita che riguarda la persona nella sua globalità e invita a responsabilità”. D’altra parte, “l’educazione è l’esito di una rete di relazioni tra soggetti educanti. È anzitutto un fatto ‘corale’, non una funzione specialistica”. Ricordando un proverbio africano citato da Papa Francesco: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”, il presule sottolinea che “per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Ciò non preclude, anzi comprende, la necessità di distinguere compiti e responsabilità tra i diversi soggetti”.
La scuola, dunque, conclude monsignor Pennisi, “deve essere nel cuore di tutti” perché essa “costituisce come un centro, alla cui attività e progresso devono partecipare insieme le famiglie, gli insegnanti, i vari tipi di inviati dalla Chiesa ad essere in prima linea nel campo dell’educazione”. A cura di Redazione Papaboys fonte: Agensir