Se le parole di uno psichiatra brasiliano diventano il discorso di Papa Francesco con cui fare gli auguri a fine anno

Come a molti di voi, anche a me il 31 dicembre è arrivato su whatsapp il discorso che Papa Francesco non ha mai pronunciato ma che moltissimi siti gli hanno attribuito.
Nella versione che quattro o cinque miei cari amici – ignari – mi hanno inviato, si diceva fosse stato dettato durante il Sinodo dei Vescovi. Ma è bastata una breve scorsa sul sito ufficiale della Santa Sede per verificare che così non era.
Il discorso “papale” in realtà – come spiega blog da zero – è la traduzione letterale di alcune pagine del libro del medico psichiatra brasiliano Augusto Cury “Diez leyes para ser felices” edito da Edaf nel 2003: forse il Papa conosce il libro e lo ha citato in qualche conversazione privata, non so, ma certo non si può dire sia un suo discorso. Sono parole che girano da anni su internet: a me per esempio è capitato di trovarle citate in un blog con data 17 novembre 2008.
Quando mi è arrivato, il sospetto che non fosse di Papa Francesco mi è venuto quando ho letto “non dimenticare che la tua vita è la più grande azienda al mondo”: certamente questo non è un paragone nelle corde di Francesco; non ho però immediatamente liquidato il discorso come “new age”, come ho sentito fare da altri. Credo infatti che Cristo non si predichi solo citandolo espressamente ma anche sottolineando tutto ciò che di saggio e valido esiste nella creazione e nelle relazioni umane: e le parole di Cury indubbiamente tracimano tale positività.
Non mi scandalizzo pertanto che centinaia di siti web – come ho trovato scritto – le attribuiscano al vescovo di Roma. Mi è sembrata anzi una conferma di come la gente qualsiasi senta vicino a sé il Papa, sia per i suoi gesti che per le sue parole.
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Ecco il testo che girava su internet come “discorso del Papa” e, sotto, le pagine del libro di Augusto Cury – fonte: blog da zero

Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo.
Solo tu puoi impedirle che vada in declino.

In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.
Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.

Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.

Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti.
Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.

Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.

È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.

È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un “No”.
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.

È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.

È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.
È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.
È avere la capacità di dire: “Ti amo”.

Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice …
Che nelle tue primavere sii amante della gioia.
Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.

E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.
Poiché così sarai più appassionato per la vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.
Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.

Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.

Non mollare mai ….
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto dal blog Come Gesù


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