Sempre altissima tensione in Medio Oriente

Sempre altissima tensione in Medio Oriente. Nuovi raid israeliani nella Striscia di Gaza, mentre prosegue il lancio di missili palestinesi sul territorio ebraico. Oltre 90 i morti e 600 feriti tra i palestinesi. Questo il drammatico aggiornamento delle vittime. E mentre i fondamentalisti di Hamas annunciano di essere pronti a combattere per mesi, sul fronte Onu, ieri al Consiglio di Sicurezza, il segretario generale, Ban Ki-moon, ha lanciato un forte appello, affinché la diplomazia lavori per una tregua urgente. Il servizio di Graziano Motta della Radio Vaticana:

Ben 320 gli obiettivi offensivi palestinesi, fra i quali tunnel clandestini e rampe di lancio, colpiti la scorsa notte nei raid aerei israeliani che hanno però fatto anche vittime civili, quattro dei quali a Gaza città e a Rafah. E hanno emozionato i funerali di un’intera famiglia, otto persone, distrutta nel crollo della propria casa e la decimazione – nove i morti, quindici i feriti – di quanti in un bar all’aperto di Khan Younis seguivano in TV l’ incontro di calcio Argentina – Olanda.

Ma non si sono pure fermati i lanci di centinaia di missili palestinesi sul territorio israeliano, uno ogni dieci minuti, tra il suono delle sirene, con scene impressionanti nelle grandi città; parecchi i missili intercettati dal sistema di difesa, fra questi due dei quattro lanciati su Gerusalemme, gli altri non hanno causato né vittime né danni. E proprio riflettendo sulla disparità degli effetti del conflitto – il pesante bilancio dei morti a Gaza e i missili intercettati da Israele

– il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto la condanna dello stato ebraico, mentre il presidente israeliano Peres, in una cerimonia pubblica, si è chiesto: “Su cinque milioni di persone piovono missili in continuazione. Vogliamo sapere come difenderci” . E riferendosi verosimilmente al richiamo dei riservisti, 20 mila dei quali sono già stati mobilitati per una possibile operazione terrestre su Gaza, ha affermato : ”Israele deve proteggere i suoi figli, non è un paese invasore”. E mentre si palesa il rischio di un ampliamento del conflitto dopo il lancio questa mattina di un razzo dal Libano meridionale, controllato dai fondamentalisti Hezbollah, presso Kiryat Shmona, la città israeliana di confine, la diplomazia internazionale si mostra sempre più inquieta. Il presidente Obama telefonando a Netanyahu si è detto pronto a facilitare la cessazione delle ostilità. A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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