Quest’anno il bando per il Servizio civile é tornato. É scaduto il 4 novembre e prevedeva il reclutamento di 15.466 volontari. Numeri esigui se paragonati a quelli del 2006, per esempio, quando i posti erano 57mila. –
Le sue radici affondano nella vecchia obiezione di coscienza, cancellata dall’abolizione della leva obbligatoria. Istituito nel 2001, il Servizio Civile Nazionale è diventato una opportunità per ragazzi e ragazze tra i 18 e i 28 anni di dedicare un anno della propria vita agli altri, collaborando con gli Enti del territorio che si occupano di assistenza e Protezione civile, con associazioni che si occupano di difesa dell’ambiente e con fondazioni culturali e artistiche.
L’altro lato della medaglia è un consistente taglio alle risorse destinate al Servizio Civile e la conseguente diminuzione dei posti disponibili. Tra il 2010 e il 2013 il fondo a disposizione per i volontari è stato ridotto del 40%, fino a che, nel 2012, la penuria di risorse ha raggiunto livelli tali da portare alla sospensione del bando.
Ma quest’anno il bando per il Servizio civile é tornato. É scaduto il 4 novembre e prevedeva il reclutamento di 15.466 volontari. Numeri esigui se paragonati a quelli del 2006, per esempio, quando i posti erano 57mila.
Ancora una volta non hanno potuto partecipare i ragazzi stranieri che non hanno la cittadinanza italiana, nonostante una sentenza del Tribunale di Milano abbia giudicato il requisito discriminatorio.
Ma il Servizio Civile resta un’importante occasione per accrescere il proprio bagaglio di esperienze. Un momento di crescita che, per molti, è anche la prima opportunità per entrare nel mondo del lavoro.
Intervista a Raffaele De Cicco
Direttore generale per il coordinamento del Servizio Civile nazionale – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Qual è il futuro del Servizio Civile?
«Anche se con la crisi che c’è non è facile, vogliamo che questa esperienza prosegua. Lo dimostrano i 65 milioni di euro aggiuntivi reperiti nel 2013 oltre a quelli già stanziati dal Governo con la legge di stabilità. Risorse fondamentali perché al contrario il progetto avrebbe seriamente rischiato di chiudere».
Nel tempo, però, i tagli sono stati costanti. Non crede che a lungo andare la fiducia dei giovani nel Servizio Civile crolli?
«Questo è un problema vero. Ma anche negli ultimi anni il rapporto tra le le domande presentate e i posti effettivamente disponibili è stato di 4 a 1. Ciò dimostra che, nonostante la riduzione dei posti, i giovani rispondono alle chiamate».
Anche quest’anno dal bando saranno esclusi i ragazzi senza cittadinanza. Come lo spiega?
«La questione non è di facile soluzione e va affrontato nelle sedi giuste, cioè in Parlamento, tenendo conto di tutte le sue implicazioni. Inserire i cittadini stranieri nel Servizio Civile, senza porre mano alla legge sulla cittadinanza e senza iniziare una battaglia culturale nel Paese che sposti l’asse della questione immigrati da problema di solo ordine pubblico a risorsa e ricchezza per il Paese, non porta molto lontano».
Intervista ad Alberto Guariso
Presidente dell’associazione “Avvocati per niente”. Nel 2011 ha seguito la causa del ragazzo pakistano escluso dal Servizio Civile Nazionale perché privo di cittadinanza.
Avvocato, come è finita?
«Il Tribunale di Milano ci ha dato ragione in primo grado e in appello. Per definizione il Servizio Civile Nazionale è un modo di difendere la Patria attraverso la tutela e la condivisione dei valori fondanti della democrazia. Un principio che per il giudice si deve applicare a quanti risiedono stabilmente in Italia, non solo a chi ha la cittadinanza».
Ma la cittadinanza continua a essere un requisito. Perché?
« Per il Ministero la sentenza fa riferimento soltanto al bando del 2011 e non a quello attuale. Finché non interverrà il legislatore non si potrà fare nulla»
Farete un altro ricorso?
«Sì, Avvocati di strada e l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione si stanno preparando. Il Servizio Civile è un’esperienza a cui tutti hanno il diritto di partecipare».
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