Corpus et Salus

Sette consigli per affrontare l’estate con un malato di Alzheimer

In estate molte delle consuetudini vengono meno e con l’aumento delle temperature accudire un familiare malato di Alzheimer può diventare più complicato. Ecco le utili indicazioni dell’esperta per aiutare i malati e chi si prende cura di loro.«Non per tutti l’estate corrisponde all’inizio di una stagione spensierata e vacanziera.

Per chi soffre di Alzheimer, così come per il caregiver, la persona che se ne prende cura, le alte temperature, il venir meno di una certa quotidianità e minori formalità, possono creare non pochi problemi». Parole di Loredana Locusta, psicologa esperta in neuropsicologia clinica e responsabile del Nucleo Alzheimer della Rsa lombarda Villaggio Amico. Grazie alla sua esperienza ci ricorda che in estate molte delle consuetudini vengono meno e con l’aumento delle temperature prendersi cura di un familiare malato di Alzheimer può diventare più complicato.Per questo Loredana Locusta ha stilato sette semplici consigli da seguire per prevenire gli effetti delle ondate di calore sui malati di Alzheimer. Tenendo presente che non di rado il sole cocente provoca stanchezza, vertigini e spossatezza: uno stato di stress all’organismo che non è da sottovalutare. Se l’effetto dell’afa ricade su un anziano con demenza, di per sé più fragile, sono necessarie alcune precauzioni in più.
Ecco quindi i suoi sette preziosi consigli per una pratica gestione delle problematiche, con alcune indicazioni di alimentazione corretta nei mesi estivi, quando si dispone di più tempo libero e le consuete abitudini, anche alimentari, lasciano il posto alla estemporaneità e all’improvvisazione.




1. Non mi chiede di bere… cosa faccio?
Difficilmente un anziano avvertirà la necessità di bere e, quando anche l’avvertisse, può capitare che non riesca a esprimerla o che non ricordi di aver bevuto nel corso della giornata. Dovrà essere cura del caregiver, ricordargli di bere: la mancanza di liquidi espone il fisico a un rischio di disidratazione che può provocare scompensi alla circolazione.
2. Che cosa mangia?
Tanti anziani affetti da demenza, nelle prime fasi della malattia, tendono a preparare i pasti da soli. Anche se in piena autonomia, è fondamentale assistere l’anziano nella preparazione dei cibi e assicurarsi sulla quantità, sulla varietà e sulla conservazione degli alimenti.
3. La perdita di peso
Prestare attenzione alla dieta dell’anziano e a improvvisi cali di peso. Spesso, per una persona affetta da Alzheimer anche la consistenza di cibo può essere motivo di fastidio; il mangiare poco può portare a un dimagrimento eccessivo che è bene tenere sotto controllo.
4. Attenzione alla somministrazione dei farmaci
E’ importante il confronto costante con il medico curante perché potrebbe essere necessaria una modifica della terapia per la stagione estiva; alcuni farmaci possono avere effetti collaterali che mal si sposano con le temperature bollenti.
5. I casi di scomparsa di un malato di Alzheimer in estate possono aumentare: come comunicare in modo adeguato con le Forze dell’Ordine?
Spesso il malato di Alzheimer in estate sviluppa dei comportamenti insoliti; può capitare di trovarlo nascosto in cantina o in un altro luogo fresco. Se non lo si dovesse individuare nel giro di poco tempo, allertare le Forze dell’Ordine con indicazioni precise sulle abitudini della persona.
6. Uscire sì, ma con cautela!
Il disorientamento spazio-temporale dell’anziano con Alzheimer e la diversità di percezione col caldo farà sì che la persona vorrà uscire anche nelle ore cosiddette “a rischio”. Per non innervosirlo può essere utile mostrare l’orario sull’orologio per programmare l’uscita nelle ore più fresche. Non va dimenticata la protezione di un cappello e di fargli indossare indumenti freschi, evitando i tessuti sintetici che non lasciano traspirare la pelle.
7. Le malattie croniche aumentano il rischio di malessere
Gli effetti negativi del caldo aumentano in presenza di malattie croniche. A rischio, soprattutto, gli anziani che soffrono di patologie che danneggiano i meccanismi cardiaci (ischemie e infarti), che limitano la respirazione, o ancora che interferiscono con l’equilibrio di acqua e sali minerali, come nel caso di insufficienze renali. Prestare attenzione al fatto che la persona con demenza, se è già avanti con la malattia, difficilmente si accorgerà del suo stato d malessere e non sarà in grado di esprimerlo in maniera adeguata.




Fonte www.famigliacristiana.it

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